Il comparto vitivinicolo italiano si trova a navigare in acque agitate, richiedendo una manovra strategica ben più ampia di semplici interventi tampone. Le recenti approvazioni di riduzione delle rese da parte di diversi consorzi di tutela rappresentano un passo iniziale, un segnale di allarme recepito, ma insufficiente a contrastare le profonde trasformazioni che investono il settore. È imperativo, come sottolinea Gian Luca Demaria, presidente della sezione vitivinicola di Confagricoltura Piemonte, l’elaborazione e l’implementazione di un piano strategico di medio-lungo periodo, capace di proiettare l’enologia italiana verso un futuro sostenibile e competitivo.Le problematiche attuali trascendono le fluttuazioni stagionali. Se la vendemmia in arrivo si prospetta qualitativamente elevata, la filiera è assediata da una serie di fattori dirompenti che ne minano la stabilità. Le giacenze, ovvero la quantità di vino in magazzino, si sono pericolosamente elevate, indice di un disequilibrio tra offerta e domanda. Parallelamente, si registra un calo significativo dei consumi, non solo a livello nazionale ma anche nei mercati internazionali, tradizionalmente cruciali per l’esportazione.A questa complessa situazione si aggiungono le incertezze geopolitiche, in particolare l’impatto dei dazi imposti dagli Stati Uniti, una questione ancora aperta e oggetto di trattativa che introduce un elemento di imprevedibilità e potenzialmente dannoso per le esportazioni. L’impatto di tali misure, se confermati, potrebbe accentuare ulteriormente le difficoltà già esistenti, mettendo a dura prova la resilienza dell’intera filiera.Per affrontare questa sfida, è necessario un ripensamento radicale delle strategie di marketing e di comunicazione. Concentrarsi esclusivamente sull’esportazione, senza coltivare un solido mercato interno, si è dimostrato un approccio fragile. È fondamentale investire nella valorizzazione del prodotto italiano, promuovendo la cultura del vino e creando esperienze uniche per i consumatori.Inoltre, la diversificazione dell’offerta rappresenta una leva strategica. Non si tratta solo di produrre vino, ma di sviluppare prodotti correlati, come distillati, aceto balsamico, estrazioni vegetali e altre specialità gastronomiche, sfruttando le eccellenze territoriali e creando nuove opportunità di business.L’innovazione tecnologica gioca un ruolo cruciale. L’adozione di tecniche di viticoltura di precisione, la ricerca di nuove varietà resistenti alla siccità e alle malattie, l’ottimizzazione dei processi di vinificazione e l’utilizzo di imballaggi sostenibili sono elementi imprescindibili per migliorare l’efficienza produttiva e ridurre l’impatto ambientale.Infine, la collaborazione tra tutti gli attori della filiera, dai viticoltori agli imbottigliatori, dai distributori agli esercenti, è essenziale per affrontare le sfide comuni e costruire un futuro prospero per il vino italiano. Un approccio sinergico, basato sulla trasparenza e sulla fiducia reciproca, è la chiave per superare le difficoltà e valorizzare al meglio il patrimonio vitivinicolo del nostro Paese.