L’Eremo Verde: L’Olivo Pantesco, Resilienza e Patrimonio GlobalePantelleria, un’isola vulcanica al crocevia del Mediterraneo, custodisce un paesaggio che incarna la forza della natura e la tenace resilienza dell’uomo. Qui, l’olivo, elemento centrale dell’economia e dell’identità locale, si presenta in una forma unica al mondo: l’olivo strisciante. Questa peculiarità, figlia del vento Maestrale che flagella l’isola, è una testimonianza vivente di un adattamento secolare, un esempio lampante di come la biodiversità possa nascere dalla necessità e modellare un intero ecosistema.A differenza della consueta immagine di alberi maestosi e vigorosi, gli olivi panteschi si presentano come piante prostrate, con fusti bassi, spesso quasi inesistenti, e rami che si estendono a contatto del terreno. Questa conformazione, un adattamento per resistere ai forti venti, ha generato un sistema di coltivazione estremamente laborioso. La potatura, un’arte antica e faticosa, richiede una profonda conoscenza della pianta e una notevole forza fisica. La raccolta, ancor più complessa, comporta acrobazie e un notevole sforzo fisico, escludendo l’utilizzo di reti, diffuso in altre regioni olivicole.L’impegno per la valorizzazione di questa agricoltura eroica si è concretizzato con la prima edizione di “Ogghiu Pantiscu Fest”, un evento ideato da Stefania De Carlis e sostenuto dalle istituzioni locali. “Ogghiu”, termine dialettale pantesco che significa “olio”, sottolinea il ruolo centrale di questo prodotto nell’economia e nella cultura dell’isola. La manifestazione vuole celebrare la resistenza e la capacità di adattamento degli olivicoltori, uomini e donne che, con passione e dedizione, perpetuano una tradizione millenaria.Il progetto si articola in diverse iniziative. La creazione di un osservatorio permanente per il monitoraggio degli olivi rappresenta un passo fondamentale per la conservazione della biodiversità e per la gestione sostenibile delle risorse. Parallelamente, si promuove la realizzazione di un frantoio comunitario, uno spazio condiviso che favorisca la cooperazione tra i produttori e garantisca la trasformazione dell’oliva in olio di alta qualità.La tutela dell’identità del prodotto è un altro obiettivo primario. Si lavora attivamente per l’ottenimento della Certificazione di Origine Protetta (DOP) attraverso la modifica del disciplinare di produzione, con l’introduzione della sottozona “Pantelleria” all’interno dell’IGP Sicilia. Questa denominazione permetterà di valorizzare l’unicità dell’olivo strisciante pantesco e di riconoscere il valore aggiunto derivante dalle pratiche agricole tradizionali, che richiedono un impiego intensivo di lavoro manuale e una profonda conoscenza del territorio.L’ottenimento della DOP si traduce in un vantaggio economico significativo per gli olivicoltori, consentendo loro di ottenere prezzi più equi per il loro prodotto e di compensare gli elevati costi di produzione. Questo successo contribuirebbe a garantire la sostenibilità economica dell’agricoltura pantesca e a prevenire l’abbandono delle coltivazioni, un rischio concreto in un contesto di crescente difficoltà.L’impegno per il riconoscimento del patrimonio olivicolo pantesco si estende anche a livello internazionale. Una delegazione di operatori locali parteciperà all’Olio Officina Festival a Milano, per presentare i progressi compiuti e sollecitare il supporto di esperti e istituzioni.La figura di Fausto Luchetti, riconosciuto esperto nel settore dell’olio, è stata consacrata con il Premio Olio Officina-Cultura dell’olio, un ulteriore riconoscimento del valore e dell’importanza dell’agricoltura pantesca. La sua autorevolezza sarà preziosa per promuovere l’olio di Pantelleria sui mercati nazionali e internazionali, contribuendo a rafforzare l’immagine dell’isola come custode di un patrimonio agricolo unico al mondo, un eremo verde dove l’olivo, piegato dal vento, ha trovato la sua più forte espressione di resilienza e bellezza.