Il comparto vitivinicolo italiano, pilastro dell’economia nazionale e profondo custode di tradizioni culturali e identitarie territoriali, si trova di fronte a una sfida cruciale: l’imposizione di dazi doganali del 15% sulle esportazioni verso gli Stati Uniti. Un evento potenzialmente destabilizzante, che l’Associazione Nazionale Città del Vino, voce autorevole che rappresenta oltre 500 comuni a vocazione vitivinicola, intende fronteggiare con determinazione, auspicando un’inclusione in eventuali eccezioni tariffarie.Angelo Radica, presidente dell’associazione, sottolinea l’urgenza di un intervento governativo mirato, non solo per mitigare l’impatto immediato dei dazi, ma per rafforzare la competitività e la resilienza del settore nel lungo termine. L’analisi delle criticità non si limita all’aspetto commerciale, ma spazia su questioni strutturali che ne ostacolano lo sviluppo.Radica evidenzia la necessità imperativa di favorire il ricambio generazionale, un processo che richiede investimenti mirati a supportare i giovani viticoltori nell’assunzione della guida aziendale, spesso gravate da debiti e dalla pressione di mantenere standard produttivi elevati. Parallelamente, una semplificazione radicale della burocrazia amministrativa, attualmente un freno significativo all’innovazione e alla crescita, è considerata una priorità assoluta.L’accesso al credito, spesso limitato e condizionato, necessita di interventi che ne agevolino le condizioni, consentendo alle aziende di investire in tecnologie avanzate, in pratiche di viticoltura sostenibile e in strategie di marketing efficaci. Il supporto ai Consorzi di Tutela, enti fondamentali per la promozione del vino italiano sui mercati esteri, deve essere rafforzato, fornendo loro risorse e strumenti per superare le barriere commerciali e competere con successo.Un’attenzione particolare è rivolta al tessuto cooperativo, un modello produttivo tipicamente italiano che, pur con i suoi limiti, rappresenta una risorsa preziosa. Incentivi fiscali mirati potrebbero favorire la concentrazione dell’offerta cooperativa, massimizzando l’efficienza e la capacità di negoziazione.Il cambiamento climatico e le calamità naturali rappresentano una minaccia costante per il settore vitivinicolo. Un potenziamento del fondo dedicato alle calamità naturali, unitamente a una rapida ed efficiente erogazione delle indennità assicurative, sono misure essenziali per garantire la continuità produttiva e la sicurezza delle aziende.L’associazione, forte del confronto avuto con la Presidente del Consiglio, ribadisce al governo l’importanza di valorizzare questo momento di potenziale svolta, trasformando l’incertezza in un’opportunità di crescita e innovazione. Le proposte presentate rappresentano non solo una risposta d’emergenza, ma una visione strategica per il futuro del vino italiano: una strategia unitaria che mira a preservare la sua eccellenza, a rafforzare la sua identità e a consolidare il suo ruolo di ambasciatore del Made in Italy nel mondo.