I terrazzamenti a secco della Costiera Amalfitana, un’incredibile testimonianza di ingegno umano e resilienza, si sono ufficialmente aggiunti alla prestigiosa lista del Patrimonio Agricolo Mondiale (GIAHS), un riconoscimento attribuito dalla FAO (Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura). Questa designazione, condivisa con altri due siti eccezionali in Giappone, segna un momento significativo per l’Italia, portando il numero di siti GIAHS italiani a tre, affiancandosi agli storici oliveti dell’Umbria (Assisi e Spoleto) e ai vitigni autoctoni del Soave, già celebrati nel 2018.Ma cosa rende questi terrazzamenti così speciali da meritare un riconoscimento di tale portata? La loro costruzione, avvenuta nel corso di secoli di lavoro manuale, ha trasformato un paesaggio impervio e montuoso in una fertile distesa coltivata. Immaginate intere colline modellate con una tecnica costruttiva straordinaria: la pietra a secco, che elimina l’uso di malte o leganti artificiali, utilizzando unicamente la sapienza nell’incastro delle pietre. Ogni muretto, ogni ripiano, è il risultato di un’attenta analisi del territorio, sfruttando le pendenze naturali e creando microclimi ideali per la coltivazione di agrumi (limoni soprattutto, simbolo della Costiera), ulivi e viti.La designazione GIAHS non si limita a celebrare un paesaggio di straordinaria bellezza, ma valorizza un sistema agricolo che incarna una profonda connessione tra uomo e natura. Si tratta di un’agricoltura di sussistenza, spesso praticata in condizioni difficili, che ha preservato tecniche tradizionali di coltivazione, varietà vegetali autoctone e forme di organizzazione sociale basate sulla cooperazione e la condivisione. Il riconoscimento GIAHS rappresenta quindi un’opportunità unica per promuovere la sostenibilità del sistema agricolo costiero, incentivando pratiche agricole rispettose dell’ambiente, la conservazione del patrimonio culturale immateriale e lo sviluppo di un turismo consapevole e responsabile. La sfida è quella di garantire che le nuove generazioni possano continuare a coltivare questi terrazzamenti, mantenendo viva la tradizione e preservando un paesaggio che è espressione di un’identità culturale profonda e inestimabile. La designazione non è una meta, ma un punto di partenza per un impegno continuo nella tutela e valorizzazione di questo tesoro agricolo mondiale.