La situazione relativa alla produzione di Fontina, un elemento cruciale del patrimonio agroalimentare valdostano, è oggetto di attenta revisione a seguito della persistente presenza di Dermatite Nodulare Contagiosa (DNC) in aree specifiche. L’Assessorato alla Sanità, in stretto contatto con la Direzione Generale per l’Igiene e la Sicurezza Alimentare del Ministero, sta lavorando per definire nuovi protocolli di gestione dei prodotti derivati dal latte crudo, in linea con le disposizioni emanate dall’Unità Centrale di Crisi del 2025.L’obiettivo primario è l’adeguamento alla prossima modifica del Regolamento (UE) 2020/687, che rappresenta una pietra miliare per la semplificazione delle procedure e la rimozione delle limitazioni attualmente imposte alle Fontine provenienti dalle cosiddette “Zone di Sorveglianza”. Queste zone, seppur soggette a restrizioni precauzionali per via della DNC, producono formaggi che mantengono gli stessi elevati standard qualitativi e di sicurezza garantiti dai prodotti provenienti da altre aree regionali. La revisione del protocollo mira quindi a riconoscere esplicitamente questa parità, eliminando un onere burocratico che penalizza ingiustamente i produttori locali.Parallelamente, si intensificano gli sforzi per accelerare il programma di vaccinazione del bestiame. L’Assessorato alla Sanità ha sollecitato l’Azienda Usl a implementare un’organizzazione più efficiente, con l’ambizioso obiettivo di somministrare circa 2.000 vaccini al giorno. Questa spinta è motivata dalle reiterate dichiarazioni di supporto alla campagna vaccinale da parte delle associazioni di categoria, che sottolineano l’importanza di completare la vaccinazione obbligatoria su tutto il territorio regionale nel minor tempo possibile, al fine di eradicare la DNC e ripristinare la piena operatività del settore lattiero-caseario.Ad oggi, dopo soli undici giorni dall’avvio della campagna vaccinale, sono stati immunizzati oltre quattordicimila bovini, a fronte di un totale di trentaquattromila settecentocinquantotto capi presenti in regione. Un dato incoraggiante, che testimonia l’impegno congiunto delle istituzioni e degli operatori del settore. Per quanto riguarda la gestione del bestiame proveniente da Piemonte, attualmente impiegato negli alpeggi valdostani (circa tremilanovecento capi), è stata confermata la possibilità di deroghe relative al benessere animale per un rientro prima dei sessanta giorni, consentendo una maggiore flessibilità nella gestione delle attività produttive e agevolando il recupero di un equilibrio perduto. La rapidità di questa procedura è considerata cruciale per ridurre al minimo i disagi economici e sociali causati dalla crisi.