L’eco del formaggio, profumo antico e promessa di convivialità, risuona a Bra, in Piemonte, durante l’edizione 2024 di Cheese, l’evento globale dedicato alla biodiversità casearia e alla cultura alimentare.
Ma quest’anno, il suono si mescola a un’inquietudine profonda, un grido di denuncia che si fa sentire al di là delle Alpi, al confine tra la celebrazione del gusto e la tragica realtà della guerra.
Carlo Petrini, fondatore di Slow Food, ha aperto Cheese con un monito severo: la fame e la malnutrizione, strumentalizzate come armi belliche, rappresentano una ferita aperta nella coscienza umana, una barbarie che non può essere ignorata.
L’immagine di civili indifesi, soprattutto bambini, vittime di violenza deliberata, è una sfida diretta ai valori di pace, giustizia e solidarietà che Cheese si impegna a promuovere.
L’associazione, nata per difendere il diritto a un cibo buono, pulito e giusto, non può rimanere silente di fronte a tali atrocità.
Petrini ha risposto con fermezza a chi vorrebbe relegare la denuncia a questioni secondarie, sottolineando come il cibo, nella sua essenza più autentica, sia un ponte, un linguaggio universale capace di unire popoli e culture diverse.
Cheese, con la sua vocazione inclusiva e il suo impegno per la salvaguardia del patrimonio gastronomico mondiale, incarna questo ideale di comunità e di dialogo.
L’associazione, attraverso l’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, forma giovani provenienti da oltre cento paesi, ambasciatori di un modello alimentare sostenibile e consapevole, capaci di diffondere valori di responsabilità e rispetto per l’ambiente.
L’evento non si limita a celebrare la maestria dei casari artigianali, produttori selezionati con criteri rigorosi e operanti nel pieno rispetto delle normative vigenti.
È un’occasione per riflettere sull’importanza di una cultura alimentare radicata nel territorio, capace di riconoscere il valore intrinseco dei formaggi a latte crudo, non solo come prodotto gastronomico, ma come espressione di un’identità culturale e di una tradizione secolare.
Petrini ha lanciato un appello per un approccio più umano e sensibile nei confronti dei produttori, evitando normative rigide e imposte che rischiano di compromettere la diversità e la vitalità del settore caseario.
Barbara Nappini, presidente di Slow Food Italia, ha ribadito l’impegno dell’associazione a trasformare Cheese in una vera e propria festa popolare, un momento di aggregazione e di condivisione in cui nessuno viene lasciato indietro.
In segno di protesta e di speranza, Slow Food aderirà con forza alla marcia per la pace Perugia-Assisi, un gesto simbolico per affermare il principio fondamentale che il cibo non può e non deve mai essere utilizzato come strumento di conflitto.
La gastronomia, al contrario, deve essere un collante sociale, un motore di pace e un veicolo di speranza per un futuro più giusto e sostenibile.