La scomparsa di Alfredo Diana, all’età di 95 anni, lascia un vuoto profondo nel panorama agricolo italiano. Figura poliedrica e visionaria, Diana ha incarnato per decenni un punto di riferimento imprescindibile per il settore primario, lasciando un’eredità di riforme, innovazione e profonda dedizione al territorio. La sua vita, intrecciata con l’evoluzione dell’agricoltura italiana, rappresenta un capitolo significativo nella storia del nostro Paese.Nato a Roma nel 01930, Alfredo Diana ha coltivato fin da giovane una profonda passione per le scienze agrarie, culminata nella laurea all’Università di Napoli, dove la sua tesi si concentrò sulla bufala campana. Un tema che lo avrebbe accompagnato nel corso della sua carriera, culminando nella firma del decreto che riconosceva la Denominazione di Origine Protetta (DOP) alla Mozzarella di Bufala Campana, un atto simbolico che ha contribuito a salvaguardare un’eccellenza agroalimentare.La sua esperienza gestionale ha visto l’impegno diretto nella conduzione delle aziende agricole di famiglia, spaziando dalla tenuta calabrese di San Ferdinando (poi espropriata per la costruzione di un porto) all’azienda campana di Caserta e alle terre siciliane, oggi custodi delle pregiate Arance Rosse di Sicilia IGP. Questa esperienza sul campo gli ha fornito una conoscenza approfondita delle sfide e delle opportunità che il settore agricolo italiano si trovava ad affrontare.La sua carriera politica, intensa e proficua, ha visto Diana impegnato a diversi livelli istituzionali. Presidente di Confagricoltura dal 1969 al 1977, ha poi svolto il ruolo di parlamentare europeo, eletto come indipendente nelle liste della Democrazia Cristiana, per poi proseguire come senatore della Repubblica Italiana per due mandati. La sua presenza nella Commissione Agricoltura, culminata con la vicepresidenza, gli ha permesso di influenzare le politiche agricole nazionali. Il ruolo di Ministro dell’Agricoltura, ricoperto nei governi Amato e Ciampi, ha segnato un periodo di significative riforme e di attenta gestione delle risorse agricole.Oltre al suo impegno politico, Alfredo Diana è stato un convinto sostenitore dell’integrazione europea e un fervente promotore della ricerca e dell’innovazione nel settore agricolo. La sua partecipazione al Club du Crocodile, un gruppo informale di membri del Parlamento europeo, testimonia la sua visione lungimirante e il suo contributo alla definizione delle istituzioni europee, affiancandosi a figure come Altiero Spinelli.Cavaliere del Lavoro dal 1975, è stato a lungo alla guida della Federazione Nazionale dei Cavalieri del Lavoro, culminando nella nomina a presidente emerito e decano dell’Ordine al Merito del Lavoro. La sua nomina ad accademico emerito dell’Accademia dei Georgofili sottolinea il suo impegno verso la ricerca e la valorizzazione del patrimonio agricolo italiano.Il ricordo commosso del ministro Francesco Lollobrigda evidenzia il ruolo di Diana come punto di riferimento costante per gli agricoltori italiani, sottolineando l’importanza della Consulta degli ex ministri dell’Agricoltura come strumento di dialogo trasversale e di definizione di obiettivi comuni.Le condoglianze espresse dai vertici di Confagricoltura, Coldiretti, Cia-Agricoltori Italiani, testimoniano l’affetto e la stima di tutto il mondo agricolo nei confronti di un uomo che ha dedicato la sua vita a promuovere la crescita, la tutela e l’innovazione del settore primario. Alfredo Diana non è solo scomparso, ma lascia un’eredità di visione, impegno e dedizione che continuerà a ispirare le future generazioni di agricoltori italiani.