Il panorama delle distillerie italiane, leader nella produzione di spirits, si presenta nel 2024 con un andamento complessivamente robusto, evidenziando una crescita dei ricavi totali che si attesta a 4,7 miliardi di euro, con un incremento del 5,7%.
Questa performance positiva, analizzata dall’ufficio studi di Pambianco (escludendo le filiali di gruppi internazionali), riflette una dinamica complessa, segnata da fattori contrastanti e da una profonda riorganizzazione del mercato globale.
L’export, motore incontrastato di questa crescita, ha consolidato la sua importanza, raggiungendo quasi 1,8 miliardi di euro nel 2024, un dato che testimonia un’espansione quasi triplicata rispetto al decennio precedente.
I dati Nomisma rivelano una crescita dell’export del 4,8% rispetto al 2023, a dimostrazione di un’attrattiva sempre maggiore dei prodotti italiani sui mercati internazionali.
Questa performance è il frutto di una combinazione di fattori, tra cui la crescente domanda di prodotti di alta qualità e l’immagine di eccellenza legata al Made in Italy.
Il mercato interno, al contrario, mostra segnali di contrazione.
Con una diminuzione dell’8,5% rispetto al 2019, si attesta a 127 milioni di litri, indicando una trasformazione delle abitudini di consumo e una potenziale saturazione del mercato.
Questa riduzione potrebbe essere attribuibile a diversi fattori, tra cui la crescente attenzione alla salute, l’aumento della concorrenza da parte di altre tipologie di bevande e un cambiamento nelle preferenze dei consumatori, che cercano esperienze e prodotti più innovativi.
Tra le aziende leader, Campari Group, Branca International e Illva Saronno Holding spiccano per una crescita particolarmente significativa, dimostrando capacità di adattamento e resilienza in un contesto di mercato in evoluzione.
Gli analisti sottolineano come il 2024, come il precedente, sia stato un anno di transizione globale per il settore spirits.
La persistente volatilità macroeconomica, aggravata da tensioni geopolitiche globali, ha esercitato una pressione significativa su consumi e canali di distribuzione.
Parallelamente, il mercato continua a subire gli effetti della normalizzazione post-Covid, con una graduale ripresa ma con nuove sfide legate all’incertezza e all’adattamento a modelli di consumo ibridi.
Questa fase di transizione richiede alle aziende del settore una maggiore flessibilità strategica, una gestione attenta dei costi e un focus costante sull’innovazione e sulla differenziazione dei prodotti.
La capacità di interpretare le nuove esigenze dei consumatori e di rispondere prontamente ai cambiamenti del mercato sarà determinante per il successo a lungo termine.