giovedì 28 Agosto 2025

Dazi USA: Colpo al vino italiano, rischio per l’export.

Il settore vitivinicolo italiano si trova a fronteggiare una nuova, significativa sfida commerciale con gli Stati Uniti, sancita dall’applicazione di dazi del 15% sulle esportazioni. Questa misura, inserita nel quadro della dichiarazione congiunta tra Unione Europea e Stati Uniti, rappresenta un duro colpo per un comparto già provato da dinamiche globali complesse e da un contesto post-pandemico ancora fragile.Il peso di questi dazi si fa sentire in maniera particolarmente acuta per il vino, categoria che si posiziona come la più vulnerabile tra le prime dieci esportazioni italiane verso il mercato americano. L’incidenza del 24% sul totale delle esportazioni globali italiane sottolinea l’importanza strategica di questo sbocco commerciale, con un valore stimato in circa 2 miliardi di euro all’anno. L’impatto non è meramente economico, ma tocca la filiera nella sua interezza, dai produttori agli imbottitori, dai commercianti ai distributori.L’annuncio, diffuso dal Commissario Europeo al Commercio, Maroš Šefčovič, ha suscitato immediate reazioni di preoccupazione all’interno del settore. Come sottolineato dal Presidente di Unione Italiana Vini (UIV), Lamberto Frescobaldi, si tratta di un evento che rischia di compromettere anni di investimenti e di crescita, mettendo a rischio la competitività delle aziende italiane.Questa nuova barriera commerciale, lungi dall’essere un incidente isolato, si inserisce in un contesto più ampio di tensioni commerciali internazionali. L’imposizione di questi dazi, sebbene presentata come parte di un accordo negoziato, evidenzia la necessità di una maggiore stabilità e prevedibilità nelle relazioni commerciali tra l’Europa e gli Stati Uniti.Le conseguenze si estendono oltre i numeri e i bilanci: l’immagine del vino italiano, sinonimo di eccellenza, tradizione e qualità, potrebbe subire un danno reputazionale se i prezzi dovessero aumentare significativamente, rendendo i prodotti meno accessibili ai consumatori americani.Il settore vitivinicolo italiano, profondamente radicato nella cultura e nel paesaggio del nostro paese, dovrà ora elaborare strategie innovative per mitigare gli effetti negativi di questa misura. Ciò potrebbe includere la diversificazione dei mercati di esportazione, l’intensificazione degli sforzi di promozione e comunicazione, e la ricerca di nuove opportunità di collaborazione all’interno della filiera. La resilienza e l’ingegno che hanno sempre caratterizzato il Made in Italy saranno cruciali per superare questa sfida e preservare il futuro del vino italiano. La negoziazione di una soluzione più equa e sostenibile a lungo termine rimane una priorità assoluta.

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