L’Abruzzo si appresta a celebrare la vendemmia 2025, un’annata che si rivela anticipata, soprattutto per le varietà bianche precoci, come diretta conseguenza delle ondate di calore che hanno caratterizzato l’inizio della stagione. I viticoltori, animati da una rinnovata speranza, sono già attivi nelle aree più vocate: la suggestiva Costa dei Trabocchi, le colline teatine che si ergono verso il cielo, la fertile Valle Peligna e il territorio del Teramano.Le prime stime parlano di rese regolari, un segnale di ripresa dopo due annate segnate da difficoltà climatiche e imprevisti. La salute delle uve è descritta come ottimale, preannunciando un quadro qualitativo particolarmente promettente. Tuttavia, l’entusiasmo è mitigato dai ricordi vividi del violento downburst del 3 agosto, un evento meteorologico che ha colpito aree vitate con una ferocia disomogenea, lasciando ferite a macchia di leopardo lungo la costa, nel Chietino e nel Pescarese. A Fossacesia, in particolare, i filari più esposti hanno subito danni tangibili, una ferita temporanea che non intacca, però, la resilienza del territorio.Le prime uve a essere processate, Trebbiano e Pecorino, hanno già raggiunto un perfetto equilibrio tra zuccheri e acidità, pilastri fondamentali per la creazione di vini freschi, fragranti e dal carattere distintivo. Il Montepulciano, varietà a bacca rossa e dal ciclo più lungo, trae invece beneficio delle escursioni termiche notturno-diurne, un fattore cruciale che favorisce la maturazione fenolica e lo sviluppo di una complessità aromatica unica. La Confederazione Italiana Agricoltori (CIA) Abruzzo sottolinea come il vigneto regionale si presenti in condizioni generali di salute, pronto a confermare l’identità territoriale che ha sempre contraddistinto i vini abruzzesi.Nonostante le prospettive qualitative incoraggianti, il settore vitivinicolo abruzzese si trova ad affrontare sfide complesse sul fronte del mercato. Le cantine devono gestire giacenze elevate, un sintomo di consumi interni stagnanti e di un rallentamento delle esportazioni, un quadro aggravato dalle incertezze legate ai dazi doganali, che rischiano di compromettere ulteriormente la competitività del vino abruzzese sui mercati internazionali.In risposta a questa situazione critica, la Regione Abruzzo ha introdotto una misura straordinaria: un blocco temporaneo della produzione, volta a riequilibrare il delicato rapporto tra domanda e offerta, contenendo le eccedenze e tutelando il reddito dei produttori. Questa decisione, seppur impopolare per alcuni, riflette una volontà di intervento mirato per sostenere il settore.”L’annata 2025 ci offre un quadro incoraggiante sotto il profilo qualitativo,” afferma Nicola Sichetti, Presidente di CIA Abruzzo, “Dopo anni difficili, i nostri vigneti hanno dimostrato una notevole capacità di resilienza. Tuttavia, non possiamo ignorare i segnali di allarme provenienti dal mercato. Consumi inesistenti, esportazioni in calo e la minaccia dei dazi ci impongono una riflessione profonda su un modello produttivo più sostenibile e orientato alla valorizzazione della qualità e dell’unicità del nostro vino.” Il blocco temporaneo della produzione è visto come un primo passo in questa direzione, un tentativo di proteggere i produttori e garantire un adeguato equilibrio tra offerta e domanda. La vendemmia proseguirà a tappe, estendendosi fino al mese di ottobre, con la speranza di un futuro più prospero per il vino abruzzese.