La cucina siciliana non è semplicemente un insieme di ricette, ma una narrazione millenaria incisa nel gusto, un palinsesto culinario che riflette le dominazioni, gli scambi commerciali e le influenze culturali che hanno plasmato l’isola. Lungi dall’essere un repertorio regionale, essa si configura come un’espressione gastronomica universale, capace di evocare storie e tradizioni che risuonano in ogni angolo del mondo.Come documentato nel volume “Da Polifemo alla patria alimentare” di Mario Liberto, autorevole giornalista e docente presso l’ITS Madonie, l’enogastronomia siciliana è il prodotto di una stratificazione complessa. La cultura greca, con i suoi sapori robusti e l’importanza dei cereali, ha lasciato un’impronta profonda, affiancata da quella fenicia, che introdusse nuove tecniche di conservazione e l’uso di spezie esotiche. I Romani, con il loro amore per la convivialità e l’innovazione culinaria, contribuirono a consolidare l’agricoltura e a diffondere l’uso di ingredienti come l’olio d’oliva e il vino.L’epoca araba, durata quasi tre secoli, rappresenta un capitolo fondamentale. Gli Arabi introdussero agrumi, riso, melanzane, pistacchi e zafferano, rivoluzionando il panorama vegetale e arricchendo il lessico culinario con termini come “frittata” e “gelato”. La loro influenza si manifesta anche nell’uso di tecniche di cottura come la vaporazione e la frittura, e nella predilezione per sapori dolci-salati.Il dominio normanno, poi, portò con sé nuove abitudini a tavola e tecniche di allevamento, mentre gli spagnoli introdussero il pomodoro, che, sebbene inizialmente diffuso con cautela, divenne poi un pilastro della cucina siciliana. L’influenza francese, soprattutto in epoca borbonica, si riflette nell’eleganza di alcune preparazioni e nell’attenzione alla presentazione.La cucina siciliana, dunque, non è un mosaico statico, ma un organismo in continua evoluzione, che assorbe e rielabora influenze diverse, creando un’identità gastronomica unica e inimitabile. Ogni piatto racconta una storia, un viaggio nel tempo e nello spazio, un omaggio alla diversità culturale che ha reso la Sicilia un crocevia di civiltà. Il libro di Liberto, con la prefazione di Dario Cartabellotta, offre un’analisi approfondita di questo affascinante percorso, invitando il lettore a scoprire le radici e il significato profondo di una cucina che è molto più di un semplice insieme di ricette: è l’espressione di un’anima, un patrimonio da custodire e tramandare.