L’Aceto Balsamico di Modena, emblema gastronomico italiano, trascende la semplice definizione di condimento per affermarsi come fulcro di un’esperienza turistica in continua espansione.
Il dato di conoscenza diffusa – ben l’85% degli italiani ne riconosce l’esistenza – si contrappone a una realtà produttiva fortemente orientata all’esportazione, con il 92% del volume totale destinato ai mercati esteri, generando un valore complessivo di circa 356 milioni di euro (considerando sia l’IGP che il DOP).
Il recente rapporto “Turismo e Aceti Balsamici di Modena”, elaborato da Roberta Garibaldi, presidente dell’Associazione Italiana Turismo Enogastronomico, rivela un potenziale inespresso nel mercato interno.
Nonostante una diffusa aspirazione a vivere esperienze legate all’aceto balsamico – il 62% dei turisti italiani esprime questo desiderio – la partecipazione attuale resta limitata a una minoranza, circa un turista su dieci.
Questa discrepanza suggerisce un’opportunità significativa per sviluppare e promuovere offerte turistiche più coinvolgenti e accessibili.
L’appeal dell’aceto balsamico si rivela in diverse forme: la visita guidata con degustazione in acetaia, percepita come l’esperienza “imperdibile” per il 32% degli intervistati, si affianca all’interesse per attività formative come corsi di cucina (26%), degustazioni professionali (23%) e l’arte dell’abbinamento cibo-bevanda (pairing, 18%).
Tali esperienze si integrano spesso in un contesto più ampio, arricchendo il viaggio con la scoperta dei sapori locali (43% degli intervistati), la visita a produttori di Parmigiano Reggiano e la valorizzazione del patrimonio storico-artistico modenese – castelli e architetture romaniche (rispettivamente 59% e 53% degli interessati).
La comunicazione gioca un ruolo cruciale in questo scenario.
I canali digitali, in particolare Instagram (30%), TikTok (27%) e YouTube (23%), emergono come fonti di ispirazione e informazione privilegiate, amplificando la risonanza del prodotto e del territorio.
Il passaparola e le guide enogastronomiche mantengono comunque un peso significativo.
L’aceto balsamico di Modena, in definitiva, si configura non solo come prodotto alimentare pregiato, ma come un vero e proprio vettore culturale e turistico, capace di attrarre visitatori e di promuovere l’immagine dell’Emilia-Romagna nel mondo.
La sua versatilità, che lo vede apprezzato non solo come condimento o prodotto da degustazione, ma anche come oggetto di sperimentazione culinaria e souvenir di viaggio, ne consolida il ruolo di ambasciatore di eccellenza italiana.
Il futuro del turismo legato all’aceto balsamico risiede nella capacità di trasformare l’aspirazione a vivere esperienze autentiche in una realtà concreta e accessibile, valorizzando al contempo il legame indissolubile tra prodotto, territorio e tradizione.



