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mercoledì 10 Settembre 2025

Nocciola: prezzi alle stelle e filiera a rischio, l’allarme

La recente edizione, la 166ª, della Fiera della Nocciola a Castagnole Lanze ha sancito un prezzo significativo per la Nocciola Tonda Gentile, oscillante tra i 470 e i 520 euro al quintale. Questa cifra, elevata se comparata agli anni precedenti, riflette una realtà complessa e preoccupante per il settore corilicolo astigiano e non solo. Il dato non è semplicemente un aumento di prezzo, ma un sintomo di profonde difficoltà produttive che affliggono le aziende agricole.Le stime indicano una probabile ulteriore crescita dei prezzi nei prossimi mesi, accentuando la percezione di una scarsità strutturale di produzione. Enrico Masenga, responsabile tecnico di Confagricoltura Asti, sottolinea come, per il terzo anno consecutivo, i raccolti siano ben al di sotto delle aspettative, raggiungendo livelli minimi negli ultimi decenni. Si fa eco alla situazione del 2017, quando la cimice asiatica si era rivelata il fattore determinante della crisi.Tuttavia, la situazione attuale è significativamente diversa. Non si tratta più di un singolo agente patogeno, ma di una convergenza di fattori che mettono a dura prova la resilienza del settore. Il cambiamento climatico, con le sue manifestazioni estreme di siccità, gelate tardive e ondate di calore, emerge come un elemento chiave, ma non esclusivo, della crisi. L’impatto è amplificato da problematiche legate alla gestione del suolo, alla salute delle piante e alla presenza di nuove malattie, spesso aggravate da pratiche agricole intensive e dalla perdita di biodiversità.La corilicoltura, un pilastro dell’economia montana astigiana e un’eccellenza del Made in Italy, si trova di fronte a una riduzione drastica delle rese, in alcuni casi fino al 70%. Questo dato allarmante non solo mette a rischio la sopravvivenza delle aziende agricole, ma incide negativamente sull’intera filiera, dall’imballaggio alla trasformazione, con ripercussioni sull’occupazione locale.Gabriele Baldi, presidente di Confagricoltura Asti, evidenzia la necessità urgente di garantire una remunerazione equa per il lavoro svolto dagli agricoltori, spesso penalizzati da fattori esterni imprevedibili e da un mercato globale sempre più volatile. Si rende imprescindibile un approccio integrato, che combini l’innovazione tecnologica, la sostenibilità ambientale e il sostegno pubblico, per rafforzare la competitività del settore e preservare la tradizione corilicola per le generazioni future. È necessario un cambio di paradigma che ponga al centro la resilienza degli ecosistemi agricoli, promuovendo pratiche agronomiche rigenerative e investendo nella ricerca di varietà resistenti ai cambiamenti climatici. Il futuro della nocciola, e con essa un pezzo importante del patrimonio culturale e gastronomico italiano, dipende dalla capacità di affrontare queste sfide con determinazione e lungimiranza.

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