L’industria lattiero-casearia italiana consolida la sua posizione di leadership a livello globale, registrando una performance eccezionale nel primo semestre del 2025 con un incremento delle esportazioni pari al +15,7%.
Questo risultato, che proietta il comparto verso un valore complessivo di 21,8 miliardi di euro, è trainato principalmente dalla forza incontrastata dei formaggi a Denominazione di Origine Protetta (DOP), veri e propri ambasciatori del Made in Italy.
Il Parmigiano Reggiano e il Grana Padano, due icone riconosciute a livello mondiale, continuano a incarnare l’eccellenza qualitativa e la capacità di generare valore aggiunto.
Il Parmigiano Reggiano stagionato a dodici mesi, in particolare, ha segnato un prezzo di 13,73 €/kg sulla borsa di Milano (Ismea mercati, novembre 2025), a testimonianza della sua crescente richiesta e della sua capacità di mantenere un posizionamento premium.
Tale dinamica si riflette nell’aumento dei volumi di esportazione dei formaggi, cresciuti del +3,4% nel primo trimestre del 2025 (Ismea, luglio 2025), un dato che sottolinea la resilienza del settore nonostante le sfide economiche globali.
Contrariamente a questa tendenza positiva, il mercato del latte fresco ha subito un rallentamento, con il prezzo spot che ha raggiunto i minimi degli ultimi cinque anni.
Questa discrepanza evidenzia una polarizzazione del mercato, in cui i prodotti trasformati e di alta qualità, come i formaggi DOP, riescono a preservare margini di profitto più ampi rispetto al latte crudo.
L’analisi dettagliata è emersa durante l’80/a edizione delle Fiere Zootecniche di Cremona, un evento di primaria importanza per il settore agroalimentare italiano.
La manifestazione, che si è conclusa la scorsa settimana, ha rappresentato un crocevia di oltre 400 brand, con la partecipazione di 150 delegati esteri provenienti da 22 Paesi.
L’International Dairy Show ha ospitato 400 capi di bestiame provenienti dai migliori allevamenti italiani e stranieri, testimoniando l’alto livello di competenza e innovazione nel settore.
“Si tratta di un’edizione di successo, sia per il numero di espositori e visitatori, sia per la qualità delle mostre zootecniche e del programma convegnistico,” ha affermato Roberto Biloni, presidente di CremonaFiere.
La rassegna ha confermato l’efficacia del format inaugurato cinque anni fa, che ambisce a trasformare la fiera non solo in un’occasione di business, ma anche in un momento di condivisione, aggiornamento professionale e formazione, con una crescente partecipazione di giovani talenti.
Massimo De Bellis, direttore generale di CremonaFiere, ha sottolineato come la manifestazione rappresenti un vero e proprio osservatorio sulle evoluzioni del mercato, capace di intercettare le nuove tendenze e di promuovere lo sviluppo sostenibile dell’intera filiera lattiero-casearia italiana.



