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venerdì 26 Settembre 2025

Alimentazione, Salute Globale: l’Italia Difende la Dieta Mediterranea

Durante la recente Quarta Riunione di Alto Livello dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, dedicata alla prevenzione e al controllo delle malattie non trasmissibili e alla promozione della salute globale, Coldiretti e Filiera Italia hanno presentato un contributo strategico, discusso presso la House of Made in Italy, con la partecipazione del Vice Presidente del Consiglio e Ministro degli Esteri Antonio Tajani.

L’iniziativa ha mirato a delineare una visione italiana per un’alimentazione corretta e sostenibile, ancorata ai principi fondamentali del modello agroalimentare nazionale.
La riflessione è stata innescata da una constatazione allarmante: le malattie croniche non trasmissibili – cardiovascolari, tumori, diabete, disturbi respiratori – rappresentano, a livello mondiale, la principale causa di mortalità prematura e disabilità, impattando profondamente la qualità della vita e gravando sui sistemi sanitari.

Tuttavia, la scienza della nutrizione conferma inequivocabilmente che un’alimentazione sana, varia e bilanciata costituisce una delle leve più potenti per la prevenzione primaria di queste patologie.
In questo contesto, Coldiretti e Filiera Italia hanno lanciato un appello urgente alla salvaguardia della Dieta Mediterranea, un vero e proprio patrimonio immateriale dell’umanità, inteso non solo come insieme di alimenti e ricette, ma come espressione di una cultura millenaria legata al territorio, alla biodiversità e alla convivialità.

Questa dieta, che ha contribuito in modo significativo all’eccezionale longevità della popolazione italiana, è oggi seriamente minacciata dalla crescente omologazione dei consumi alimentari, promossa da prodotti ultra-processati, caratterizzati da ingredienti artificiali, bassi valori nutrizionali e impatti ambientali significativi.
Luigi Scordamaglia, esponente di entrambi gli enti, ha espresso profonda preoccupazione per la possibilità che, per la prima volta nella storia, le future generazioni possano avere un’aspettativa di vita inferiore a quella dei loro genitori, se non si inverte la rotta.
La soluzione non risiede in approcci semplicistici, come tassazioni puntuali su singoli alimenti, ma in una visione olistica della nutrizione, che promuova l’educazione alimentare, a partire dalla prima infanzia, indirizzando le scelte dei consumatori verso alimenti naturali, nutrienti e prodotti in modo sostenibile.
La soddisfazione per il recepimento di molte proposte italiane all’interno del testo di risoluzione dell’Assemblea Generale è stata espressa con particolare riferimento alla distinzione tra abuso di alcol e consumo moderato e responsabile di prodotti di eccellenza come il vino, le cui proprietà benefiche sono state ampiamente documentate da studi scientifici.

L’impegno non si limita a una difesa degli interessi economici di una filiera agroalimentare di rilevante valore (superiore ai 700 miliardi di euro), ma si configura come una tutela della “democrazia del cibo”: garantire a ciascun individuo l’accesso a un’alimentazione completa, sana e sostenibile, non solo per migliorare la salute individuale, ma per costruire un futuro più equo e resiliente per l’intero pianeta.
In gioco c’è il diritto fondamentale a una vita lunga, attiva e dignitosa.

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