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venerdì 5 Dicembre 2025

Carenza di ferro: sintomi, cause e rimedi per una salute globale

La carenza di ferro, un problema di salute pubblica globale che colpisce circa il 40% della popolazione mondiale e in particolare donne in età riproduttiva e bambini piccoli, si manifesta attraverso una complessa rete di sintomi spesso sottovalutati.
Stanchezza persistente, cefalee ricorrenti, dispnea, pallore cutaneo, fragilità di unghie e capelli, irritabilità, difficoltà di concentrazione e una maggiore suscettibilità alle infezioni rappresentano solo la punta dell’iceberg di una condizione che può avere implicazioni significative sulla qualità della vita e sulla salute generale.
Questa problematica, spesso associata a un’anemia sideropenica, non è semplicemente una questione di livelli ematici bassi; riflette un disequilibrio metabolico che compromette la capacità dell’organismo di trasportare ossigeno ai tessuti, con ripercussioni su ogni sistema corporeo.

La carenza di ferro può derivare da molteplici fattori, tra cui una dieta inadeguata, un’eccessiva perdita di sangue (mestruazioni abbondanti, emorragie gastrointestinali), difficoltà di assorbimento (legate a condizioni come celiachia, morbo di Crohn o interventi chirurgici) o un aumento del fabbisogno (gravidanza, allattamento).
L’approccio nutrizionale, come sottolineato da esperti nel campo della gastroenterologia e della nutrizione, deve essere mirato e olistico.
L’integrazione di ferro è spesso necessaria, ma la sua efficacia è potenziata dall’assunzione concomitante di vitamina C, che ne facilita l’assorbimento a livello intestinale.

Il rame, un oligoelemento spesso trascurato, svolge un ruolo cruciale nel trasporto del ferro all’interno dell’organismo, completando questo quadro di supporto metabolico.

L’alimentazione, tuttavia, rimane il fondamento di una strategia di prevenzione e trattamento efficace.
Fonti eccellenti di ferro di origine animale includono il pesce, in particolare quello azzurro come sardine, alici, sgombro e tonno.
Quest’ultimo, sia fresco che in scatola, offre un profilo nutrizionale particolarmente vantaggioso, paragonabile a quello della carne e ricco anche di vitamina B12, folati e proteine, elementi essenziali per la corretta produzione di globuli rossi.
Parallelamente, è importante includere nella dieta alimenti vegetali ricchi di ferro, pur tenendo presente che il ferro presente in questi alimenti (ferro non-eme) è meno biodisponibile rispetto a quello di origine animale.

Legumi come fagioli, ceci e lenticchie, funghi secchi, frutta secca, crusca, spezie aromatiche (timo, cumino, origano, cannella, salvia, semi di finocchio) e verdure a foglia verde (radicchio, spinaci) possono contribuire all’apporto di ferro, ma l’effetto può essere potenziato accostandoli a fonti di vitamina C.
Infine, è fondamentale sottolineare che la diagnosi e la gestione della carenza di ferro devono essere sempre guidate da un professionista sanitario, poiché possono essere necessari esami diagnostici specifici e un piano di trattamento personalizzato, che potrebbe includere integrazione di ferro, vitamina B12 e folati, in base alla causa sottostante e al tipo di anemia presente.

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