La crescente integrazione del Pecorino Romano DOP nel mercato statunitense, con il 40% delle esportazioni totali indirizzato verso il Nord America nel 2024, rivela una vulnerabilità strategica che richiede un’analisi approfondita. Questa dipendenza, unitamente all’introduzione di dazi del 15% imposti dagli Stati Uniti – un incremento significativo rispetto alla precedente tassazione – e aggravata dalla persistente volatilità del cambio euro-dollaro, mette a rischio uno dei settori caseari italiani più prestigiosi e vitali.La situazione attuale non è semplicemente un problema commerciale, ma un campanello d’allarme che sottolinea la necessità di ripensare le strategie di accesso ai mercati internazionali e di diversificare le destinazioni delle esportazioni. La concentrazione di una quota così rilevante del prodotto in un singolo mercato espone il Pecorino Romano DOP a fluttuazioni geopolitiche ed economiche imprevedibili, amplificando il rischio di perdite economiche per gli allevatori, i trasformatori e l’intera filiera produttiva.Le interlocuzioni in corso tra il Consorzio di Tutela del Pecorino Romano DOP e il Ministero dell’Agricoltura, sotto l’egida del progetto Origin, riflettono l’urgenza di trovare soluzioni concrete. L’incontro recente tra il presidente del Consorzio, Gianni Maoddi, e il Ministro Francesco Lollobrigida, con la partecipazione di altre realtà agroalimentari italiane affette da misure protezionistiche analoghe, mira a delineare un piano d’azione articolato.Le contromisure studiate non si limitano alla mera negoziazione per la riduzione dei dazi, ma includono una valutazione approfondita delle implicazioni a lungo termine. Si considerano opzioni quali la ricerca di nuovi mercati emergenti, l’implementazione di campagne di promozione mirate per aumentare la consapevolezza del prodotto DOP e la valorizzazione di nicchie di mercato dove il Pecorino Romano possa essere percepito come un bene di lusso e di alta qualità.Parallelamente, si valuta la possibilità di rafforzare la cooperazione con altri paesi europei per esercitare una pressione congiunta sugli Stati Uniti, evidenziando le implicazioni negative di queste misure protezionistiche per il commercio internazionale. È fondamentale inoltre, che il Consorzio, il Ministero e le altre realtà coinvolte, esplorino attivamente la possibilità di investire in ricerca e sviluppo per migliorare l’efficienza produttiva e la resilienza della filiera, riducendo la dipendenza dai fattori esterni e aumentando la competitività del Pecorino Romano DOP a livello globale. La sfida attuale non è solo economica, ma anche un’opportunità per rafforzare l’identità, la qualità e la sostenibilità di un prodotto simbolo del Made in Italy.