Il profumo inebriante del Pani Frattau, un’antica ricetta sarda, si diffonderà presto nelle prestigiose sedi parigine dell’UNESCO, incarnando un’esperienza culinaria ben più profonda di una semplice dimostrazione gastronomica.
La Cooperativa “Buoni e Cattivi”, ambasciatrice di un modello sociale innovativo, porterà a Parigi un esempio concreto di come l’inclusione lavorativa e l’etica nella ristorazione possano convergere per generare eccellenza e riscatto personale.
L’evento si colloca nel contesto della candidatura della Cucina Italiana a Patrimonio Immateriale dell’Umanità, un riconoscimento che celebrerebbe non solo la ricchezza dei sapori e delle tradizioni regionali, ma anche i valori umani e sociali che la sottendono.
La cooperativa, attiva dal 2010, rappresenta un faro di speranza per oltre 267 individui, tra cui persone con disabilità, madri vulnerabili e giovani provenienti da percorsi di assistenza sociale o giudiziaria.
Un ecosistema di opportunità che si traduce nella gestione di tre ristoranti, un bar, una pizzeria, un rifugio nel cuore dell’Oasi WWF del Cervo e della Luna, e un’offerta di alloggi, creando occupazione per 65 giovani lavoratori.
“Cucinare a Parigi, rappresentando l’Italia, è un onore e una responsabilità che ci riempie di orgoglio”, afferma Giuditta Cavallini, Presidente della Cooperativa.
“Portiamo con noi la passione, la competenza e la bellezza di chi ogni giorno dimostra che l’inclusione non è mera carità, ma una potente forza motrice per l’eccellenza.
” La cooperativa intende decostruire le narrazioni comuni sulla disabilità e sulla marginalizzazione, svelando il potenziale inespresso di persone che, grazie a opportunità mirate, possono raggiungere livelli di professionalità e creatività inaspettati.
A guidare la brigata culinaria, in questo importante viaggio, sarà Ugo Bressanello, fondatore di Domus de Luna, una realtà storica che sostiene la cooperativa e da vent’anni offre accoglienza, cura e un futuro a bambini, ragazzi, donne e uomini in difficoltà.
“Questo traguardo, di portare Pani Frattau a Parigi, era impensabile solo pochi anni fa,” dichiara Bressanello, sottolineando il percorso di crescita e maturazione dell’iniziativa.
“Rappresentiamo un tassello importante del tessuto sociale italiano, proponendo una ricetta di lavoro e di comunità basata sull’unione delle forze, la partecipazione attiva e il valore della diversità.
” La cooperativa si propone di dimostrare come il cibo possa essere un potente strumento di coesione sociale, capace di abbattere le barriere, creare connessioni e promuovere una cultura dell’accoglienza e del rispetto reciproco.
L’esperienza a Parigi non è soltanto un’occasione per esaltare la cucina sarda, ma un manifesto di un approccio innovativo al lavoro e all’inclusione, un esempio concreto di come la società possa crescere e prosperare valorizzando ogni singolo individuo.



