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venerdì 5 Dicembre 2025

Insicurezza alimentare: 430.000 minori a rischio, il Sud in sofferenza.

In Italia, un’ombra preoccupante si proietta sul futuro di oltre 430.000 minori di 16 anni, colpiti da insicurezza alimentare, una condizione che trascende la semplice mancanza di cibo per abbracciare un complesso intreccio di vulnerabilità socio-economiche.
I dati Istat, resi pubblici in concomitanza con la Giornata internazionale dell’Alimentazione e dell’Agricoltura, dipingono un quadro sfaccettato, rivelando come questo fenomeno non sia distribuito uniformemente sul territorio nazionale.
Il Mezzogiorno rappresenta un focolaio particolarmente critico, con l’8,7% dei minori che vivono in condizione di insicurezza alimentare.
Questa disparità territoriale non è casuale, ma riflette le disuguaglianze strutturali che affliggono il Sud Italia, con tassi di disoccupazione più elevati, minori opportunità di sviluppo e una rete di protezione sociale meno robusta.

La fragilità familiare si configura come un altro fattore di rischio determinante.
I bambini provenienti da famiglie monogenitore mostrano una maggiore probabilità di sperimentare insicurezza alimentare (7,8%), così come quelli nati in famiglie dove il livello di istruzione dei genitori si ferma alla licenza media inferiore (17,9%).
Questi dati sottolineano come la mancanza di istruzione e il supporto di una rete familiare solida possano compromettere l’accesso a risorse alimentari adeguate.

Il 2024 evidenzia una correlazione significativa tra disabilità e insicurezza alimentare: il 2,4% delle persone con limitazioni funzionali lamenta una condizione moderata o grave, a fronte di un 1% tra coloro che non presentano barriere fisiche.

Questa situazione riflette spesso l’esclusione sociale e la difficoltà di accesso a servizi e opportunità che potrebbero migliorare le loro condizioni di vita.
Nonostante il quadro allarmante, l’analisi Istat offre un barlume di speranza.
Nell’ultimo decennio, si è assistito a un calo significativo della percentuale di popolazione che fatica a reperire il cibo necessario, passando dall’8,9% nel 2014 al 2,7% nel 2024.
Questo miglioramento, purtroppo, non cancella la persistenza del problema e sottolinea l’importanza di non abbassare la guardia.
La definizione di insicurezza alimentare, elaborata dalla Food and Agriculture Organization (FAO) nell’ambito della celebrazione dei suoi primi 80 anni di attività, va ben oltre la mera disponibilità di cibo.
Si tratta di una condizione complessa che implica l’impossibilità di accedere regolarmente a un’alimentazione sufficiente, sicura e nutriente, in grado di soddisfare le preferenze individuali e sostenere una vita attiva e in salute.

Questo concetto multidimensionale include la qualità degli alimenti consumati, le preferenze culturali e le implicazioni sociali dell’accesso al cibo, evidenziando come l’insicurezza alimentare sia profondamente radicata in dinamiche più ampie di povertà, disuguaglianza e marginalizzazione.

Affrontare questo fenomeno richiede quindi un approccio olistico e integrato, che coinvolga politiche sociali mirate, investimenti in educazione alimentare e un impegno costante per ridurre le disuguaglianze strutturali che ne sono alla base.

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