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venerdì 5 Dicembre 2025

Cop30: Urgenza Climatica e Ritorno all’Agricoltura Rigenerativa

La Cop30, in atto a Belém, nel cuore dell’Amazzonia, si apre con l’urgenza di un cambio di rotta.
Non più promesse vuote o obiettivi rimandati, ma azioni tangibili e immediate.
Serena Milano, direttrice di Slow Food Italia, ne sottolinea la necessità, denunciando una deriva di inazione che rischia di compromettere il futuro del pianeta.
La crisi climatica, lungi dall’essere una questione meramente politica o ideologica, si configura come una sfida esistenziale, un imperativo che trascende i confini nazionali.
Richiede una risposta globale, un impegno condiviso per ridurre drasticamente le emissioni di gas serra, accompagnato da una profonda trasformazione dei modelli di vita, di produzione e di consumo.

Non si tratta solo di transizione energetica, ma di un ripensamento radicale del nostro rapporto con la natura, delle foreste, del suolo, delle risorse che ci sostengono.
L’attenzione globale, distolta dalla gravità del problema, è stata monopolizzata da conflitti geopolitici, politiche di riarmo e da narrazioni che sminuiscono la crisi climatica, relegandola a pretesto per un ambientalismo radicale o addirittura bollinandola come una frode.
Questa disconnessione tra la realtà scientifica e il dibattito pubblico è pericolosa e richiede una revisione urgente delle priorità.

Secondo Francesco Sottile, vicepresidente di Slow Food Italia, le soluzioni alla crisi climatica passano inevitabilmente attraverso un’agricoltura rigenerativa, capace di alimentare la popolazione senza depauperare le risorse naturali.
Questo approccio non si limita alla produzione alimentare, ma si estende alla rigenerazione degli ecosistemi, alla difesa della biodiversità – intesa non solo come varietà di specie vegetali e animali, ma anche come diversità di paesaggi, culture e tradizioni legate all’alimentazione e al cibo.
I sistemi alimentari contemporanei si trovano in una posizione paradossale: sono allo stesso tempo causa e vittima della crisi climatica.
L’agricoltura intensiva, l’uso massiccio di fertilizzanti sintetici e pesticidi, il trasporto di merci su lunghe distanze contribuiscono in maniera significativa alle emissioni di gas serra e alla degradazione ambientale.

Tuttavia, Slow Food è convinto che i sistemi alimentari possano rappresentare anche una parte fondamentale della soluzione, a patto che si fondino sui principi di “buono, pulito e giusto”.
Questo significa promuovere un’agricoltura biologica e biodinamica, che rispetti i ritmi naturali e preservi la fertilità del suolo.

Significa sostenere i piccoli produttori locali, che valorizzano le varietà autoctone e le tradizioni gastronomiche.

Significa ridurre gli sprechi alimentari, promuovere diete sostenibili e combattere la dipendenza dai combustibili fossili, che alimentano l’intera filiera agroalimentare, dalla produzione dei fertilizzanti alla logistica del trasporto.
La sfida è ambiziosa, ma la posta in gioco è troppo alta per continuare a procrastinare.

La Cop30 deve segnare un punto di svolta, un impegno concreto per un futuro più sostenibile e resiliente.

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