Rinascita di un Vitigno, Eredità di una Terra: la Storia di Giovanni Celeste Benvenuto e dello Zibibbo di Francavilla AngitolaNel cuore della Calabria, a Francavilla Angitola, un giovane agronomo e vignaiolo, Giovanni Celeste Benvenuto, sta scrivendo una storia di ritorno alle origini, di riscoperta dell’identità e di valorizzazione di un vitigno quasi dimenticato: lo Zibibbo. La sua è un’impresa che trascende la semplice produzione vinicola, configurandosi come un vero e proprio atto di amore per la terra dei suoi avi e un omaggio alla tradizione vitivinicola locale.Giovanni, nato e cresciuto in Abruzzo, ha scelto di radicare la sua passione e il suo lavoro in Calabria, precisamente in questa porzione di territorio costiero, tra il Tirreno e le colline delle Serre, antica terra di Zibibbo. La decisione, presa nel 2002, lo ha portato a lasciare la Marsica e ad affrontare una sfida complessa: restituire dignità e rilevanza a un vitigno relegato a ruolo di vino da dessert, mentre le sue potenzialità erano ben diverse.La peculiarità dei vigneti di Francavilla Angitola risiede nella presenza di un granito superficiale, un elemento geologico che conferisce ai vini una freschezza e mineralità uniche. A ciò si aggiunge la coltivazione biologica, favorita dalle correnti d’aria che risalgono dal Tirreno, creando un microclima ideale per la vite e proteggendola dalle malattie fungine.La storia dello Zibibbo a Francavilla Angitola è antica, intrecciata con le rotte commerciali dei Fenici, che lo introdussero in Calabria. A differenza della Sicilia, dove la coltivazione a livello del mare porta a vini più dolci e alcolici, le vigne di Francavilla, impiantate a 300 metri di altitudine, beneficiano di escursioni termiche che limitano l’accumulo di zuccheri, dando vita a un vino secco e versatile, perfetto per accompagnare i pasti.La tradizione si è interrotta nel primo Novecento, a causa delle guerre mondiali, dell’emigrazione e di politiche agricole che penalizzavano la viticoltura locale. Il percorso di Giovanni Celeste Benvenuto è stato arduo: inizialmente, la vinificazione dello Zibibbo era addirittura vietata. La sua “crociata” contro la burocrazia ha portato, nel 2010, al primo risultato tangibile, seguito, tre anni dopo, dalla possibilità di vinificare legalmente.Il primo Zibibbo IGP calabrese, prodotto da Giovanni, è stato per sei anni un’eccellenza unica, consacrata anche dalla dedicazione di una via tra i vigneti e la cantina. L’offerta si è poi ampliata con nuove etichette, come il bianco “Mare”, il rosso “Terra”, il rosato “Celeste” e i due vini a base di Zibibbo, secco e passito. Particolarmente interessante è l’Orange, un vino bianco ottenuto tramite fermentazione spontanea, espressione di una ricerca continua e innovativa.La tenuta di Giovanni Celeste Benvenuto coltiva anche varietà autoctone come Malvasia, Greco Nero, Calabrese e Magliocco, creando un mosaico di sapori e profumi che celebrano la biodiversità del territorio. L’innovazione non si ferma al vino, con la creazione di grappa e birra allo Zibibbo, ampliando ulteriormente l’offerta di prodotti artigianali.Giovanni Celeste Benvenuto è convinto che la Calabria possieda un enorme potenziale, che si può realizzare riscoprendo le sue vocazioni senza dover inventare nulla di nuovo, ma semplicemente lasciando che il territorio esprima al meglio le sue caratteristiche uniche. Il riconoscimento come benemerito alla viticoltura da parte della Regione è una conferma del valore del suo lavoro e un invito a continuare a scrivere la storia di una rinascita, un sorso di Calabria autentica, un omaggio a un vitigno antico e a una terra ricca di storia e di futuro.