Nei rigogliosi prati dei Monti del Matese, un’oasi di biodiversità incastonata tra Campania e Molise, si celebra un riconoscimento prestigioso: il miele di montagna locale si eleva a Presidio Slow Food.
Cinque apicoltori, custodi di un sapere antico e di una pratica sostenibile, mantengono i loro alveari in un ambiente alpino, a quote superiori ai seicento metri, all’interno del Parco Nazionale del Matese, recentemente istituito.
Il Matese, un complesso montuoso di natura carsica che caratterizza l’Appennino centro-meridionale, è un territorio di ineguagliabile interesse geologico e biologico.
La sua divisione amministrativa tra le due regioni enfatizza l’importanza di una gestione condivisa e di una tutela integrata.
L’elevazione delle cime, che superano i duemila metri, modella un paesaggio aspro e affascinante, costellato da doline – depressioni circolari frutto della dissoluzione delle rocce calcaree – e contraddistinto da una notevole presenza di prati umidi, alimentati da abbondanti risorse idriche sotterranee.
Questo ecosistema fragile e prezioso fornisce le fondamenta per una produzione mielaria unica.
Il Presidio Slow Food, un’iniziativa che coinvolge attivamente i cinque produttori locali, tra le province di Caserta e Benevento, mira a salvaguardare un modello di apicoltura tradizionale, profondamente radicato nel territorio e rispettoso dell’ambiente.
L’impegno di questi apicoltori si traduce nella manutenzione degli alveari in un contesto di ricchissima biodiversità, sia floristica che faunistica, dove l’impronta antropica si mantiene volutamente limitata.
Il disciplinare del Presidio, rigoroso e attento, stabilisce un’altitudine minima di seicento metri, un requisito essenziale per garantire la qualità e l’unicità del miele prodotto.
I prati del Matese offrono un banchetto ineguagliabile per le api, con una varietà di piante che conferiscono al miele un profilo aromatico complesso e sfumato.
Trifoglio, timo, cardo, tarassaco e santoreggia costituiscono un’offerta primaria, affiancata da arbusti come i ciliegi selvatici, i biancospini e gli agrifogli, e da alberi come i pini neri, i faggi, i lecci e gli abeti rossi.
Ogni fioritura, a seconda del periodo dell’anno, regala alle api un nettare diverso, generando mieli dalle caratteristiche organolettiche uniche.
La bottinatura, ovvero la raccolta del miele, avviene con attenzione e nel rispetto dei ritmi naturali, per preservare la salute degli alveari e la sostenibilità dell’intera filiera produttiva.
Il risultato è un miele di montagna, intenso e aromatico, che racchiude in sé l’essenza del Matese e testimonia un legame profondo tra uomo e natura.



