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venerdì 5 Dicembre 2025

Eccellenza agroalimentare italiana: record di esportazioni e nuovi orizzonti

L’eccellenza agroalimentare italiana proietta il Paese verso nuovi traguardi, con previsioni che supereranno, per la prima volta, i 70 miliardi di euro di esportazioni entro il 2025.

Questa resilienza, evidenziata dal Forum Agrifood Monitor di Nomisma, in collaborazione con Crif e sostenuto da Crédit Agricole Italia, riflette una crescita robusta (+5,7% a settembre), ma pone anche l’imperativo di una diversificazione strategica che mitighi le vulnerabilità derivanti dalle turbolenze geopolitiche e commerciali globali.

La concentrazione attuale, con i primi cinque mercati (Germania, Stati Uniti, Francia, Regno Unito e Spagna) che assorbono circa la metà dell’intero volume di esportazioni, rappresenta un punto di attenzione cruciale.

L’Italia si conferma, a livello mondiale, il nono esportatore per valore e detiene il secondo posto per crescita nell’ultimo quinquennio, un dato che testimonia la capacità di adattamento e innovazione del settore.

Polonia, Spagna e Stati Uniti si confermano partner fondamentali, con incrementi significativi negli acquisti di prodotti Made in Italy, rispettivamente +112%, +74% e +69%.
L’aumento degli acquisti da parte degli Stati Uniti, che hanno reso l’Italia il terzo fornitore con una quota prossima al 4%, sottolinea l’attrattiva del brand Italia.
Tuttavia, la recente flessione dell’export (-1,1% a settembre) è un campanello d’allarme, direttamente correlata alla svalutazione del dollaro e all’incertezza generata dalle politiche commerciali protezionistiche.
L’introduzione di dazi aggiuntivi ha determinato, in agosto, un calo vertiginoso fino al 22%.
Per assicurare una traiettoria di crescita sostenibile e ridurre la dipendenza da mercati consolidati, Nomisma raccomanda un’accelerazione nell’esplorazione di nuovi territori ad alto potenziale.
Paesi come Messico, Polonia, Romania e Corea del Sud, che hanno dimostrato una crescita media annua degli acquisti di prodotti italiani superiore al 12% nell’ultimo decennio, rappresentano opportunità concrete.

Oltre all’individuazione di nuovi mercati, l’orizzonte di sviluppo è illuminato dalla stipula di accordi di libero scambio dell’Unione Europea.

L’avvio delle trattative con il Mercosur, che già oggi genera 440 milioni di euro di export agroalimentare (+68% negli ultimi cinque anni), e la recente conclusione del negoziato con l’Indonesia, dove le esportazioni italiane hanno già superato i 90 milioni di euro (+58% dal 2019), promettono di aprire ulteriori sbocchi commerciali.

È fondamentale, tuttavia, che tali accordi siano accompagnati da politiche di supporto alle imprese italiane, facilitando l’accesso a informazioni, risorse finanziarie e competenze specifiche per affrontare le sfide poste da contesti commerciali complessi e culturalmente diversi.

La promozione del “Made in Italy” non deve limitarsi alla mera commercializzazione di prodotti, ma deve implicare un impegno costante nella valorizzazione delle tradizioni artigianali, della qualità delle materie prime e della sostenibilità delle pratiche agricole e produttive.

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