L’Adriatico, crocevia storico e naturale, si configura oggi come un laboratorio cruciale per la costruzione di un futuro economico sostenibile e condiviso. Il recente incontro, tenutosi presso la Loggia dei Mercanti di Ancona, ha rappresentato un passo significativo in questa direzione, con la partecipazione del Presidente della Regione Marche, Francesco Acquaroli, del Ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, e dei rappresentanti governativi di Albania, Croazia, Montenegro e Slovenia. L’obiettivo primario non è semplicemente quello di promuovere la “blue economy”, ma di trasformare la collaborazione transfrontaliera in un motore di sviluppo concreto, capace di generare opportunità occupazionali e di innalzare il tenore di vita delle comunità costiere.La visione che emerge è quella di un’ “Europa geografica” che trascende i confini politici e istituzionali, riconoscendo l’importanza di un approccio integrato per affrontare le sfide comuni. Questa prospettiva implica la creazione di vere e proprie sinergie tra i paesi adriatici, favorendo l’interscambio di conoscenze, tecnologie e risorse. L’Adriatico, per la sua posizione strategica e la ricchezza delle sue risorse naturali, possiede un potenziale immenso in settori quali la pesca sostenibile, l’acquacoltura innovativa, l’energia rinnovabile (eolico offshore, energia undimotrice), il turismo responsabile, la biotecnologia marina e la logistica avanzata.La sfida principale risiede nella capacità di tradurre questa collaborazione politica in azioni concrete e misurabili. Questo richiede un impegno coordinato per la definizione di standard ambientali condivisi, per la promozione di investimenti sostenibili, per la formazione di competenze specialistiche e per la semplificazione delle procedure amministrative. Si tratta di creare un quadro normativo che incentivi l’innovazione, che protegga la biodiversità marina e che garantisca una distribuzione equa dei benefici economici.La blue economy, intesa non come sfruttamento indiscriminato delle risorse marine, ma come un modello di sviluppo che coniuga crescita economica, tutela ambientale e inclusione sociale, rappresenta la chiave per un futuro prospero e resiliente per l’Adriatico e per i suoi popoli. Il dialogo aperto e costruttivo tra le nazioni adriatiche, inaugurato a Ancona, deve essere alimentato con determinazione e lungimiranza, affinché la visione di un mare che sia fonte di opportunità per tutti possa finalmente concretizzarsi. Si tratta di un investimento nel futuro, un futuro in cui la sostenibilità non sia un compromesso, ma il motore stesso dello sviluppo.