L’emergenza dell’insicurezza alimentare in Italia assume contorni sempre più preoccupanti, contraddicendo le tendenze generali dell’Unione Europea e segnalando un’accelerazione del disagio economico che colpisce porzioni crescenti della popolazione.
I dati Istat, resi pubblici in occasione della Giornata mondiale dedicata all’alimentazione e all’agricoltura, dipingono un quadro allarmante: nel 2024, quasi il 10% delle famiglie italiane (9,9%) si trova nell’impossibilità di garantire un adeguato apporto proteico, almeno ogni due giorni.
Questo dato rappresenta un incremento significativo rispetto al 2023, quando la percentuale si attestava all’8,4%, indicando un deterioramento progressivo delle condizioni socio-economiche.
Questa tendenza non è solo una statistica fredda, ma riflette una crescente difficoltà per molti italiani di accedere a un’alimentazione sufficientemente nutriente, essenziale per la salute e il benessere.
La carenza di proteine, in particolare, può avere conseguenze serie sullo sviluppo fisico e cognitivo, soprattutto per i bambini, e compromettere la capacità lavorativa degli adulti.
L’impoverimento della dieta si traduce, in ultima analisi, in un aumento della vulnerabilità a malattie e in una riduzione della qualità della vita.
Il rapporto Istat evidenzia, inoltre, una distribuzione ineguale di questa insicurezza alimentare, che colpisce con maggiore forza alcune fasce di popolazione.
Particolarmente vulnerabili risultano i giovani, in particolare coloro che vivono da soli.
Tra gli under 35 che si trovano a dover sostenere in proprio le spese domestiche, la percentuale di chi non riesce a garantire un’alimentazione adeguata raggiunge il 17,8%.
Questa condizione è spesso aggravata dalla precarietà del lavoro, dai bassi salari e dall’aumento dei costi della vita, che rendono difficile conciliare le necessità alimentari con altre spese essenziali, come l’affitto, le bollette e i trasporti.
L’emergenza dell’insicurezza alimentare in Italia non è un fenomeno nuovo, ma la sua intensificazione richiede un’analisi approfondita delle cause sottostanti e l’adozione di misure urgenti e mirate.
Oltre alle politiche di sostegno al reddito e all’occupazione, è necessario promuovere un sistema alimentare più equo e sostenibile, che garantisca l’accesso a prodotti nutrienti e a prezzi accessibili per tutti.
Questo implica investimenti nell’agricoltura locale, nel sostegno ai piccoli produttori e nella riduzione dello spreco alimentare.
È altresì cruciale rafforzare i servizi di assistenza sociale e i programmi di educazione alimentare, per aiutare le famiglie in difficoltà a fare scelte alimentari consapevoli e a gestire al meglio le proprie risorse.
L’indicatore dell’insicurezza alimentare, infatti, deve essere interpretato come un campanello d’allarme che segnala la necessità di un cambio di paradigma, orientato verso una maggiore giustizia sociale e una reale inclusione di tutti i cittadini.



