La crisi del caffè, lungi dall’essere un mero problema di mercato, si configura oggi come una sfida sistemica che incombe sull’intera filiera globale, richiedendo risposte innovative e un cambio di paradigma.
Esperti internazionali, riuniti sotto l’egida della FAO a Roma, hanno discusso le implicazioni di un futuro incerto per il caffè, sottolineando l’urgente necessità di approcci agronomici rivoluzionari.
Andrea Illy, imprenditore triestino con una visione decennale, ha identificato in pratiche rigenerative e nell’applicazione strategica dell’intelligenza artificiale le chiavi per una svolta.
Non si tratta solo di migliorare le rese, ma di riqualificare l’intero ecosistema che permette la coltivazione del caffè, garantendo la sua sostenibilità a lungo termine.
L’Ernesto Illy International Coffee Award, istituzione promossa da illycaffè, rappresenta un faro in questo scenario complesso.
L’esperienza accumulata attraverso questo premio, che riconosce l’eccellenza in nove diverse origini del caffè, deve essere diffusa a livello globale, attraverso programmi di formazione mirati, lo scambio di conoscenze e l’adozione di tecnologie avanzate.
L’obiettivo è fornire agli attori della filiera – dai coltivatori alle torrefazioni – gli strumenti necessari per navigare un futuro segnato da crescenti incertezze.
Il forum della FAO ha evidenziato come una serie di fattori – eventi meteorologici estremi sempre più frequenti nelle regioni di coltivazione chiave, volatilità dei mercati finanziari amplificata dalla speculazione, e l’incremento generalizzato dei costi lungo la filiera – abbiano portato i prezzi del caffè a raggiungere livelli storici, mettendo a rischio la sopravvivenza delle comunità agricole.
La pressione sui coltivatori, spesso piccoli proprietari con risorse limitate, è insostenibile.
Fortunatamente, l’agricoltura rigenerativa sta dimostrando il suo potenziale, offrendo risultati tangibili in termini di riduzione dell’impatto ambientale e miglioramento della resilienza dei sistemi agricoli.
Queste pratiche non si limitano a preservare la fertilità del suolo, ma contribuiscono anche a sequestrare il carbonio, a migliorare la gestione dell’acqua e a promuovere la biodiversità.
L’Italia, consapevole del proprio ruolo all’interno della filiera del caffè, si impegna attivamente nella costruzione di un’economia più inclusiva e resiliente, in cui l’eccellenza qualitativa e la sostenibilità ambientale camminino di pari passo con una solida partnership con i coltivatori.
L’udienza generale concessa ai finalisti del premio in Vaticano testimonia la rilevanza etica e sociale di questa iniziativa.
Bruno Archi, Rappresentante Permanente d’Italia presso le Nazioni Unite a Roma, ha sottolineato come l’Ernesto Illy International Coffee Award rappresenti un punto di riferimento imprescindibile per la produzione sostenibile e come sia fondamentale, in collaborazione con la FAO e altre agenzie specializzate, promuovere modelli di produzione e consumo più equi e sostenibili, che mettano al centro il benessere delle comunità agricole e la tutela del pianeta.
La sfida è complessa, ma la risposta è chiara: il futuro del caffè passa attraverso la collaborazione, l’innovazione e un profondo rispetto per l’ambiente e le persone che lo coltivano.



