Il Mediterraneo, culla di civiltà e cruciale via di comunicazione, si trova ad affrontare una crisi ambientale di proporzioni allarmanti, aggravata da un mix di attività umane e incidenti. Le stime parlano di circa 600.000 tonnellate di idrocarburi riversate annualmente nelle sue acque, una quantità che supera di gran lunga la capacità di resilienza dell’ecosistema marino. A questo dato drammatico si aggiungono le conseguenze di 27 incidenti significativi avvenuti negli ultimi tre decenni, eventi che hanno disperso ulteriori 272.000 tonnellate di petrolio, contaminando sedimenti, catene alimentari e habitat vitali.È cruciale riconoscere che il problema non si limita agli incidenti accidentali. Pratiche operative navali, spesso eseguite con modalità non ottimali dal punto di vista ambientale, contribuiscono con ulteriori perdite volontarie, seppur di minore entità per singola occorrenza, ma significative nel loro accumulo complessivo. Queste fuoriuscite, unite agli effetti cumulativi dei rifiuti plastici e dell’inquinamento atmosferico, erodono la salute del mare e mettono a rischio la biodiversità.Confcooperative Fedagripesca, in occasione della Giornata Internazionale del Mediterraneo, non si limita a denunciare la situazione, ma propone un approccio proattivo con un “Patto per il Mare”. Questa iniziativa mira a conciliare tre pilastri fondamentali: la sicurezza della navigazione, la tutela dell’ambiente marino e la sostenibilità delle attività di pesca.Il Patto si articola in diverse azioni concrete. In primo luogo, è imperativo rafforzare i controlli sulle navi cisterna, non solo attraverso ispezioni più frequenti e rigorose, ma anche attraverso l’applicazione di tecnologie avanzate per la prevenzione e la risposta agli incidenti. L’implementazione di sistemi di monitoraggio satellitare di ultima generazione rappresenta un elemento chiave: la capacità di tracciare in tempo reale la posizione e il comportamento delle navi, di rilevare anomalie e di intervenire tempestivamente in caso di emergenza è fondamentale per ridurre il rischio di nuove fuoriuscite.Un elemento innovativo del Patto è l’introduzione di “corridoi navali sostenibili”. Si tratta di percorsi marittimi ottimizzati, progettati per minimizzare l’impatto ambientale della navigazione, tenendo conto di fattori come la sensibilità degli ecosistemi, i flussi oceanici e le condizioni meteorologiche. Questi corridoi, combinati con l’adozione di pratiche di navigazione a basso impatto, potrebbero ridurre significativamente l’inquinamento acustico e la dispersione di idrocarburi.Infine, il Patto riconosce l’importanza cruciale della piccola pesca costiera, spesso più consapevole e rispettosa dell’ambiente rispetto alla grande industria ittica. Valorizzare le conoscenze tradizionali, promuovere pratiche di pesca sostenibile e sostenere le comunità costiere sono elementi essenziali per garantire la resilienza del Mediterraneo e il benessere delle popolazioni che dipendono dal mare. Il futuro del Mediterraneo è legato alla nostra capacità di agire in modo coordinato e responsabile, trasformando la sfida ambientale in un’opportunità di sviluppo sostenibile e di salvaguardia del patrimonio naturale e culturale che lo caratterizza.