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venerdì 5 Dicembre 2025

Vendemmia Lambrusco 2025: Calo Produttivo e Qualità in Contrasto

La vendemmia 2025 nell’area lambrusco ha segnato una battuta d’arresto significativa, concludendosi con risultati tra i più contenuti degli ultimi dieci anni.

Le cantine sociali, pilastri fondamentali del tessuto vitivinicolo modenese e reggiano – responsabili della trasformazione del 94% della produzione locale – hanno registrato un calo quantitativo del 17,2%, attestando la raccolta a 2.349.609 quintali.
Un dato che, pur in continuità con le sfide del settore, si discosta sensibilmente dalla ripresa osservata nel 2024, anno in cui la produzione aveva mostrato un incremento del 16,5% rispetto a un 2023 già penalizzato da condizioni meteorologiche avverse.
Questo recente rallentamento, che si traduce in una perdita di quasi 500.000 quintali rispetto all’anno precedente, e di 80.000 rispetto al già modesto 2023, evidenzia una fragilità strutturale del comparto.
La differenza rispetto alla media decennale, che si attesta a oltre 300.000 quintali in meno, solleva interrogativi sulla sostenibilità a lungo termine della produzione.
Nonostante le difficoltà quantitative, le analisi condotte da Confcooperative Terre d’Emilia, in collaborazione con le cantine sociali modenesi e reggiane (un sistema cooperativo composto da 13 realtà e 23 stabilimenti), rivelano un quadro qualitativo incoraggiante.

Il grado zuccherino delle uve si posiziona al secondo posto degli ultimi dieci anni, con una media di 17,6 gradi, indicando una maturazione ottimale e promettendo vini con elevata concentrazione aromatica e alcolica.

Questa peculiarità, tuttavia, non può compensare del tutto le conseguenze negative del calo produttivo.

Confcooperative sottolinea come, a questo punto, l’attenzione debba concentrarsi sui segnali provenienti dal mercato.
I prezzi di riparto delle uve, che negli ultimi tre anni hanno subito un deprezzamento tra il 20 e il 30% rispetto al 2021, hanno eroso i margini delle aziende.

Nonostante una parziale ripresa nel 2024, la produzione lorda vendibile per ettaro è rimasta significativamente inferiore a quella del 2015, testimoniando una difficoltà nel recuperare la redditività perduta.
L’attuale scenario richiede una riflessione approfondita sulle strategie di commercializzazione, sulla valorizzazione del prodotto e sulla necessità di promuovere un modello vitivinicolo più resiliente, capace di rispondere alle mutevoli condizioni climatiche e alle dinamiche di mercato globali.

La cooperazione tra le cantine e l’innovazione tecnologica si configurano come strumenti essenziali per affrontare le sfide future e garantire la continuità di una tradizione vitivinicola profondamente radicata nel territorio.

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