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venerdì 5 Dicembre 2025

Pesca Tirrenica: Stop Forzato e Riforma Urgente

Un provvedimento inedito, frutto di un intenso braccio di ferro con le istituzioni europee, si abbatte sul comparto della pesca tirrenica: un mese di stop forzato alla pesca a strascico, esteso a tecniche di pesca passiva come i palangari e agli sportivi.
La decisione, ratificata dalla Direzione Generale Mare della Commissione Europea, emerge da una situazione critica derivante dallo sforamento significativo, circa mille giornate di pesca autorizzate oltre il limite consentito.
Il decreto, di fatto, estende il fermo obbligatorio fino al 30 novembre, scongiurando la più drastica chiusura totale della fascia costiera entro le prime quattro miglia nautiche, un evento che avrebbe paralizzato l’intera filiera.
Il compromesso, tuttavia, si rivela amaro: comporta la sospensione dell’attività in due aree strategiche e una restrizione inaspettata, soprattutto per la piccola pesca, con l’interdizione alla pesca del nasello, una risorsa fondamentale per molte comunità costiere.
L’allarme è diffuso tra le marinerie, che si confrontano con una stagione natalizia potenzialmente compromessa e con incertezze sul futuro.

Le associazioni di categoria, pur manifestando un cauto sollievo per l’evitamento dello scenario peggiore, sottolineano l’urgenza di misure di sostegno immediate e mirate.

Richieste prioritarie includono il saldo dei fermi arretrati, un supporto concreto alle cooperative che si occupano della gestione dei prodotti della pesca e dei servizi connessi, e l’avvio tempestivo di un tavolo di confronto per una radicale riforma del sistema di gestione delle risorse ittiche.
Al centro del dibattito vi è la necessità di superare un modello di gestione che, a loro avviso, genera inevitabili tensioni e penalizza le pratiche di pesca selettiva e sostenibile.
L’obiettivo è di transitare verso un sistema più equo e trasparente, che tenga conto delle specificità delle diverse aree di pesca e incoraggi pratiche virtuose.
La proposta avanzata è quella di implementare un sistema di quote individuali di giornate di pesca a partire dal 2026, un cambiamento strutturale che dovrebbe favorire una maggiore responsabilizzazione degli operatori e una migliore gestione delle risorse.

Questo approccio mira a conciliare la salvaguardia delle risorse marine con la sostenibilità economica delle comunità che dipendono dalla pesca, riconoscendo il ruolo cruciale della piccola pesca e promuovendo un futuro più equo e resiliente per il settore.

La sfida è complessa e richiede un impegno condiviso da parte di tutti gli attori coinvolti, dalle istituzioni europee agli operatori del settore, fino alle comunità costiere.

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