La complessa interazione tra le dinamiche commerciali internazionali, le strategie di partnership strategiche e la tutela delle eccellenze agroalimentari italiane ha dominato il recente confronto tra il vicepresidente Piero Mastroberardino e il Commissario europeo Maroš Šefčovič, in un contesto di incontri istituzionali cruciali.
Il dialogo, tenutosi in concomitanza con la visita del Commissario in Italia, ha messo in luce l’urgenza di affrontare, con pragmatismo e lungimiranza, le sfide poste dai dazi imposti dagli Stati Uniti e dalle implicazioni dell’accordo UE-Mercosur.
Gli Stati Uniti, nonostante le tensioni occasionali, rimangono un mercato di primaria importanza per il comparto agroalimentare italiano, rappresentando un bacino di consumatori di circa 2,5 miliardi di euro per vini, distillati e aceto.
La sospensione temporanea dei dazi, derivanti dalla disputa Airbus/Boeing, offre un’opportunità preziosa per rafforzare il dialogo e perseguire una revisione più ampia, volta a ridurre ulteriormente le barriere commerciali.
Mastroberardino ha sottolineato la necessità di un approccio proattivo, orientato alla costruzione di un quadro commerciale più stabile e prevedibile, che eviti il rischio di un ritorno a tariffe punitive, potenzialmente devastanti per le imprese italiane.
Parallelamente, l’attenzione si è focalizzata sull’importanza di diversificare i mercati di riferimento attraverso accordi di libero scambio.
Questi accordi, se strutturati in modo corretto e trasparente, possono stimolare la crescita economica e l’innovazione, offrendo nuove opportunità per le imprese italiane.
Tuttavia, è imperativo che tali accordi siano accompagnati da regole chiare e meccanismi di salvaguardia efficaci, in grado di proteggere le specificità e la qualità distintiva dei prodotti italiani.
L’accordo UE-Mercosur rappresenta un altro nodo cruciale.
Sebbene si riconosca il valore dei risultati negoziati finora, emerge con forza la necessità di garantire la piena e rigorosa tutela delle Indicazioni Geografiche (IG) e delle Denominazioni di Origine (DOC).
Queste non sono semplicemente marchi di qualità, ma veri e propri simboli dell’identità culturale, del territorio e del know-how artigianale italiano.
La loro protezione costituisce un investimento nel futuro del Made in Italy e un elemento fondamentale per preservare il suo valore intrinseco.
Una salvaguardia effettiva implica un sistema di controlli robusti, sanzioni dissuasive e un impegno costante da parte di tutte le parti coinvolte, affinché le regole siano rispettate e le imitazioni scoraggiate.
La valorizzazione di queste denominazioni non è solo un atto di giustizia verso i produttori italiani, ma anche un servizio verso i consumatori, che meritano di poter riconoscere e apprezzare l’autenticità dei prodotti che acquistano.
Il futuro del commercio internazionale, e in particolare quello del settore agroalimentare, richiede un approccio basato sulla cooperazione, sulla trasparenza e sulla condivisione di valori comuni.



