L’aumento del costo della vita in Italia, e in particolare quello degli alimentari, ha assunto negli ultimi cinque anni una rilevanza preoccupante, configurandosi come una sfida strutturale per le famiglie e un fattore di instabilità economica.
I dati Istat rivelano un’impennata dei prezzi alimentari che, nel periodo compreso tra ottobre 2021 e ottobre 2023, ha raggiunto un incremento del 24,9%, un dato che supera significativamente l’inflazione generale, attestatasi a +17,3% nello stesso arco temporale.
Questa discrepanza non è un mero dettaglio statistico, ma riflette una complessa interazione di fattori globali e dinamiche interne al sistema alimentare italiano.
L’impennata energetica del 2022, innescata da eventi geopolitici dirompente, ha rappresentato un catalizzatore primario.
L’energia è un elemento imprescindibile in ogni fase della filiera agroalimentare, dalla produzione agricola, che richiede combustibili per macchinari e fertilizzanti, alla trasformazione industriale, passando per il trasporto e la distribuzione.
L’aumento dei costi energetici, dunque, si è inevitabilmente propagato lungo tutta la catena del valore, riversandosi sui prezzi finali a scaffale.
Tuttavia, attribuire l’intera responsabilità all’energia sarebbe una semplificazione.
La crisi climatica, con i suoi effetti sempre più tangibili sulle rese agricole (siccità prolungate, eventi meteorologici estremi), ha esacerbato la situazione, riducendo la disponibilità di materie prime e innalzando i costi di produzione.
La pandemia di COVID-19, con le sue conseguenze sulle catene di approvvigionamento globali e la necessità di misure di sicurezza aggiuntive, ha ulteriormente contribuito a creare un contesto di volatilità e incertezza.
L’impatto di questi fattori è particolarmente sentito dalle famiglie a basso reddito, per le quali la spesa alimentare rappresenta una quota significativa del budget mensile.
L’erosione del potere d’acquisto, conseguente all’aumento dei prezzi, rischia di innescare dinamiche di impoverimento e disuguaglianza sociale.
Oltre alle conseguenze immediate per le famiglie, l’impennata dei prezzi alimentari solleva interrogativi sulla sostenibilità del sistema agroalimentare italiano nel lungo termine.
La dipendenza da input energetici e materie prime importate rende il settore vulnerabile a shock esterni.
È necessario, pertanto, investire in innovazione tecnologica, ricerca di alternative sostenibili e rafforzamento della sovranità alimentare, promuovendo pratiche agricole resilienti e diversificate, riducendo lo spreco alimentare e incentivando una dieta più equilibrata e consapevole.
L’adozione di politiche mirate, a livello nazionale ed europeo, è cruciale per mitigare gli effetti della crisi e garantire un accesso equo e sostenibile al cibo per tutti.



