Un piano d’azione decennale per la pesca artigianale, concepito dalla Commissione Generale per la Pesca nel Mediterraneo e nel Mar Nero (Cgpm-Fao), si presenta come un’opportunità cruciale per l’Italia, un paese profondamente legato alla sua tradizione marinara.
Lungi dall’essere un mero intervento economico, questo piano rappresenta un impegno politico di portata storica, volto a garantire la resilienza a lungo termine di un settore che incarna valori culturali, sociali e ambientali imprescindibili.
La pesca artigianale, spesso sottovalutata, costituisce un pilastro dell’economia costiera e un elemento identitario per innumerevoli comunità.
Il Ministero dell’Agricoltura, in collaborazione con le parti interessate – cooperative di pescatori, aree marine protette, ricercatori, organizzazioni non governative e rappresentanti della società civile – si impegna a promuovere un percorso di sviluppo sostenibile, riconoscendo la necessità di un dialogo costruttivo e di un approccio integrato.
L’Alleanza delle Cooperative Italiane Pesca sottolinea come il settore non sia riducibile a una semplice attività produttiva, ma si configuri come un patrimonio culturale e sociale da proteggere e valorizzare.
Il piano d’azione offre un’occasione unica per restituire ai pescatori un ruolo attivo nella gestione responsabile delle risorse ittiche, promuovendo la coesione sociale e la prosperità delle comunità costiere.
Per tradurre questo impegno in risultati concreti, è necessario definire un percorso di attuazione che si articola in diversi punti chiave.
Innanzitutto, si auspica l’istituzione di tavoli di lavoro periodici, finalizzati a favorire lo scambio di conoscenze e la condivisione di esperienze tra istituzioni, operatori del settore, mondo della ricerca e rappresentanti della società civile.
Questi incontri dovranno contribuire alla definizione di un quadro normativo flessibile e adattabile, capace di supportare la creazione di piani di gestione locale, calibrati sulle specificità territoriali e sulle esigenze delle comunità locali.
Fondamentale è l’accesso a risorse finanziarie dedicate e strumenti di supporto stabili, per garantire un monitoraggio efficace delle attività di pesca, promuovere la formazione continua degli operatori e incentivare l’innovazione tecnologica, soprattutto in relazione alle sfide poste dai cambiamenti climatici e dalle nuove priorità della programmazione europea.
La raccolta e la condivisione di dati accurati e completi sulla pesca artigianale rappresentano un altro elemento cruciale.
Integrare le conoscenze scientifiche con le competenze tradizionali dei pescatori è essenziale per una gestione informata e sostenibile delle risorse ittiche.
Infine, è prioritario valorizzare le buone pratiche già in atto, diffondendo modelli di pesca artigianale sostenibile che possano fungere da esempio per l’intero paese.
Come evidenziato da Alessandra Prampolini, direttrice generale del WWF Italia, la pesca artigianale sostenibile rappresenta un alleato strategico per la tutela dell’ambiente marino e il benessere delle comunità costiere.
L’implementazione del piano in Italia non è solo una questione di conservazione, ma anche un imperativo di giustizia sociale e innovazione, con l’obiettivo di porre le persone e gli ecosistemi al centro delle politiche marittime.



