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venerdì 5 Dicembre 2025

Ristorazione turistica da record: +23 miliardi e boom di valore aggiunto

Nel 2024, il settore della ristorazione legato al turismo in Italia ha registrato una performance economica di straordinaria rilevanza, superando i 23 miliardi di euro di spesa complessiva.
Questo dato, che genera circa 11 miliardi di valore aggiunto distribuito in quasi 3.300 comuni con vocazione turistica, non si concentra solo nelle tradizionali mete d’arte come Roma, Venezia e Firenze, ma si estende capillarmente, abbracciando le coste, le montagne e le aree interne del Paese.

Il contributo del turismo internazionale si rivela cruciale: nei primi dieci comuni turistici, il valore aggiunto generato dalla ristorazione ha superato il 67% del totale, testimoniando la capacità di attrarre visitatori stranieri e di intercettare le loro abitudini di consumo.
Il rapporto “Il potere turistico della ristorazione”, elaborato da Sociometrica per Fipe-Confcommercio e presentato al TTG di Rimini, mette in luce un ecosistema complesso e dinamico, dove la ristorazione non è solo una questione di cibo, ma un vero e proprio motore di sviluppo economico e culturale.

La ministra del Turismo, Daniela Santanchè, ha sottolineato l’importanza della resilienza e della passione che contraddistingue il settore, riconoscendo il ruolo imprescindibile dei ristoratori, che hanno affrontato sfide significative nel post-pandemia.
Un elemento particolarmente sentito è stato il riconoscimento del valore del personale di sala, spesso sottovalutato e privo del giusto riconoscimento professionale.
La ministra ha espresso l’impegno a promuovere una maggiore valorizzazione di questi lavoratori, che rappresentano un elemento cruciale dell’esperienza turistica, contribuendo a creare un’atmosfera accogliente e memorabile.

La loro capacità di creare un’interazione positiva con gli ospiti, il sorriso e la disponibilità, sono spesso più importanti del piatto servito.

L’azione del governo si è concretizzata con misure concrete come la detassazione delle mance e la semplificazione normativa per l’utilizzo di dehors, estendendo la possibilità anche alle strutture alberghiere e affrontando il tema delle staff house.

Queste iniziative mirano a favorire la ripresa e la crescita del settore, alleviando gli oneri burocratici e incentivando l’innovazione.
Ma la ristorazione italiana è molto più di un semplice business: è un potente strumento di “soft power”, un ambasciatore del Made in Italy nel mondo.
La presenza capillare di oltre 90.000 ristoranti italiani all’estero contribuisce a diffondere l’immagine di un Paese ricco di cultura, tradizione e eccellenza gastronomica, stimolando il desiderio di viaggio e rafforzando i legami internazionali.
Non va trascurato il ruolo dei bar italiani, veri e propri luoghi di socializzazione e stile di vita, che rappresentano un’esperienza autentica e imprescindibile per il turista che desidera immergersi nella cultura locale.
La loro atmosfera unica, il caffè aromatico e la possibilità di scambiare due chiacchiere con la gente del posto, contribuiscono a creare un ricordo indelebile.

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