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venerdì 5 Dicembre 2025

Torre Guaceto: Dalle cassette di polistirolo a un modello virtuoso

La rinuncia alle obsolete cassette in polistirolo rappresenta un segnale tangibile di un approccio innovativo alla gestione delle risorse ittiche nella Riserva Naturale di Torre Guaceto, un ecosistema cruciale tra Carovigno e Brindisi.

L’adozione di contenitori in plastica rigida, lavabili e riutilizzabili, è il cuore del progetto “Netreborn”, un’iniziativa che trascende la mera sostituzione di un materiale con un altro, incarnando una filosofia di responsabilità ambientale e sviluppo sostenibile.
Questa iniziativa virtuosa, frutto di una collaborazione sinergica tra il Consorzio di Gestione della Riserva di Torre Guaceto, la start-up “Sea the Change” e la Fondazione Cetacea, non si limita a mitigare l’inquinamento da microplastiche derivanti dalle cassette tradizionali.
Essa si configura come un modello di economia circolare, promuovendo la durabilità dei materiali, la riduzione dei rifiuti e la valorizzazione delle competenze locali.

Il vicepresidente del Consorzio di Gestione, Vito Birgitta, sottolinea come questo passo rappresenti un contributo significativo alla riduzione dell’impatto antropico sull’ambiente marino, con benefici estesi all’intera fascia costiera.
L’impegno condiviso, come evidenziato dal CEO di “Sea the Change”, Luca Barani, testimonia la volontà di creare un percorso di sviluppo regionale che integri la tutela ambientale con opportunità economiche, ambendo a espandere le attività di “Sea the Change” in Puglia e a rafforzare la resilienza degli ecosistemi marini.
Un elemento distintivo del progetto “Netreborn” è l’integrazione di una componente scientifica avanzata.

Grazie alla partnership con Arpa Puglia, viene condotta un’analisi approfondita del panorama acustico sottomarino, un fattore sempre più riconosciuto come determinante per la salute degli ecosistemi marini.
La nuova applicazione mobile, scaricabile dai pescatori, permette la condivisione anonima dei dati di navigazione, creando una rete di monitoraggio partecipativa che offre informazioni preziose per localizzare le fonti di inquinamento acustico e valutarne gli effetti sulla fauna marina, inclusi gli stock ittici di interesse commerciale.
Questo approccio innovativo sottolinea la crescente consapevolezza del ruolo cruciale che i pescatori rivestono nella tutela dell’ambiente marino.

La loro partecipazione attiva, attraverso la condivisione di dati, si traduce in un contributo diretto alla comprensione e alla mitigazione delle pressioni antropiche sull’ecosistema, contribuendo a preservare la biodiversità e la produttività del mare Adriatico.
L’iniziativa si configura quindi come un esempio virtuoso di come la tecnologia, la collaborazione e la responsabilità sociale possano convergere per garantire un futuro sostenibile per le risorse marine e le comunità che dipendono da esse.

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