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venerdì 5 Dicembre 2025

Rivoluzione Alimentare: Meno Carne, Più Proteine Alternative in Italia.

Il panorama alimentare europeo e, in particolare quello italiano, sta assistendo a una profonda trasformazione, guidata da una crescente consapevolezza dei consumatori riguardo alla salute, all’etica e all’impatto ambientale delle proprie scelte dietetiche.
I recenti Stati Generali delle Proteine Alternative (SGPA), tenutisi a Milano, hanno offerto un quadro dettagliato di questa rivoluzione, evidenziando una tendenza inequivocabile: la riduzione del consumo di carne e l’adozione di fonti proteiche alternative.
Un dato significativo rivela che oltre la metà degli europei (51%) e quasi il 60% degli italiani manifestano una diminuzione del consumo di carne, un fenomeno trainato in egual misura da preoccupazioni per la salute (47%) e dalla volontà di abbracciare modelli alimentari più sostenibili (26%).

Questo cambiamento di paradigma si riflette in un mercato globale delle proteine alternative in forte espansione, stimato oggi a 90,5 miliardi di dollari e proiettato a raggiungere i 238,7 miliardi entro il 2034, con un solido tasso di crescita annuale del 9,8%.

In Italia, la spinta verso il “plant-based” si traduce in un incremento delle vendite di prodotti vegetali, che nel 2024 hanno superato i 639 milioni di euro, registrando un notevole aumento del 16,4% rispetto al 2022.

Particolarmente dinamico è il segmento delle alternative vegetali al formaggio, che ha visto un raddoppio del proprio valore in soli due anni, un indicatore della crescente sofisticazione e accettazione da parte dei consumatori.

A plasmare questa evoluzione alimentare sono principalmente le generazioni Millennials e Gen Z, nativi digitali e particolarmente attenti alle tematiche ambientali e sociali.
Secondo una ricerca del Future Food Institute, due consumatori su tre appartenenti a queste fasce d’età integrano attivamente alimenti a base vegetale nella loro dieta.

Si tratta di un profilo di consumatore urbano, spesso identificabile come “flexitariano” – una definizione che incapsula la tendenza a ridurre il consumo di carne senza eliminarla del tutto (il 27% della popolazione europea si riconosce in questo approccio, contrapposto a un 62% di onnivori e a un 8% di vegetariani e vegani).

La motivazione alla base di questa transizione alimentare non è monolitica: oltre alla salute (47%), un ruolo significativo è giocato la crescente sensibilità verso il benessere animale (29%) e l’urgenza di contrastare gli impatti ambientali negativi associati alla produzione di carne tradizionale.
Questa convergenza di fattori, unita all’innovazione tecnologica che consente di sviluppare prodotti vegetali sempre più gustosi e performanti, suggerisce che la tendenza verso un’alimentazione a base proteica alternativa è destinata a consolidarsi e a diventare una componente strutturale del futuro alimentare globale.

L’adozione di un modello flexitariano, infatti, non rappresenta solo una scelta individuale ma un passo verso un sistema alimentare più resiliente, equo e sostenibile.

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