Il settore vitivinicolo italiano si trova ad affrontare una fase di profonda riorganizzazione, segnata da una combinazione di fattori internazionali che impongono una riflessione strategica e una gestione oculata delle risorse.
I dati relativi al terzo trimestre del 2023 rivelano un quadro complesso, con cali significativi dei prezzi all’esportazione verso gli Stati Uniti – attestati mediamente al 15% per i vini italiani e ben superiori, al 26%, per quelli francesi – mentre contemporaneamente si registra un incremento dei prezzi al dettaglio negli Stati Uniti, intorno al 4-5 punti percentuali a ottobre.
Questo disallineamento, unito a una distribuzione disomogenea degli ordini in vista del Thanksgiving, come evidenziato dal presidente di Unione Italiana Vini (UIV), Lamberto Frescobaldi, genera un vuoto di valore di quasi 110 milioni di euro rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
La situazione attuale non è semplicemente un temporaneo rallentamento, ma riflette una crescente tensione strutturale del mercato globale.
I produttori italiani devono evitare sia il panico che l’ottimismo superficiale, concentrandosi sulla capacità di adattamento e sulla mitigazione dei rischi.
In questo contesto, lo stanziamento di 100 milioni di euro per la promozione, previsto nel disegno di legge di bilancio, rappresenta un segnale incoraggiante, a condizione che il comparto vitivinicolo sia prioritario nell’allocazione di queste risorse a sostegno del “Made in Italy”.
L’analisi dell’UIV estende lo sguardo anche ai mercati extra-UE, dove si registra un calo a valore del 14% nel terzo trimestre e un decremento cumulato nei primi nove mesi dell’anno del -5,7%.
In vista del trilogo sul Pacchetto Vino, l’associazione ribadisce le proprie posizioni, auspicando un ampliamento dei vincoli temporali per la misura OCM Promozione, portandoli da 3 a 10 anni, e manifestando forti riserve riguardo al finanziamento integrale, senza ulteriori risorse, per gli espianti di vigneti.
Questa ultima proposta, sebbene richiami misure difensive precedentemente tentate (come quella del 2009 che prevedeva un esborso di 1 miliardo di euro), solleva preoccupazioni per la possibile deviazione di fondi destinati a cruciali investimenti in sviluppo, promozione, innovazione e ristrutturazione aziendale.
Parallelamente, l’UIV esprime la speranza che il decreto interministeriale Masaf-Mef, attualmente in fase di esame presso la Ragioneria Generale dello Stato, possa concludere rapidamente il suo iter, fornendo chiarezza normativa nel delicato settore dei vini dealcolati, un segmento in rapida evoluzione e di crescente importanza per la diversificazione dell’offerta e la risposta a nuove tendenze di consumo.
La complessità delle dinamiche attuali richiede un approccio proattivo, basato sulla collaborazione tra tutti gli attori della filiera e un forte sostegno politico a livello nazionale ed europeo, per garantire la resilienza e la competitività del settore vitivinicolo italiano nel lungo termine.



