Dazi Trump: Grana Padano a rischio, tensioni USA-Europa

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L’annuncio di un dazio del 30% sui prodotti provenienti dall’Unione Europea, emanato dall’amministrazione Trump, trascina l’economia globale in un nuovo scenario di tensioni, configurandosi come un atto che va ben oltre una semplice misura commerciale. Questa decisione, che risuona come una vera e propria sfida geopolitica, ridefinisce il rapporto tra Stati Uniti e Europa, mutando la dinamica da quella di partner economici a quella di potenziali antagonisti.Il Consorzio di Tutela Grana Padano, attraverso la voce del suo direttore generale Stefano Berni, esprime profonda preoccupazione, sottolineando come questa escalation rappresenti un ulteriore colpo per un settore già provato. Il Grana Padano, eccellenza agroalimentare italiana, subisce da anni l’impatto di dazi storici, inizialmente fissati al 15% e poi incrementati al 25% durante i primi mesi del precedente governo americano, con un impatto economico tangibile, stimato in quasi 6 dollari a chilogrammo.L’imposizione di un dazio del 30% amplierebbe ulteriormente questo onere, portando la stima a circa 10 dollari a chilogrammo. Questo incremento si tradurrebbe in un rincaro significativo per il consumatore americano, poiché gli importatori e distributori, per assorbire i costi logistici e mantenere i margini, tendono a raddoppiare il prezzo di partenza. Attualmente, il Grana Padano viene commercializzato negli Stati Uniti a prezzi vicini ai 40 euro al chilogrammo; un dazio aggiuntivo del 30% ne porterebbe il costo a superare i 50 dollari al chilogrammo, rendendolo meno accessibile.Il mercato statunitense rappresenta per la filiera del formaggio DOP un bacino cruciale, con oltre 220.000 forme esportate nel 2024. L’introduzione di un dazio così elevato inevitabilmente ridurrà i volumi di esportazione e danneggerebbe l’intera filiera, dalla produzione all’imballaggio, fino alla distribuzione. Oltre al danno economico, si configura anche una perdita per il consumatore americano, privato di un prodotto di qualità.L’azione di Trump non si limita a una questione commerciale, ma riflette un approccio aggressivo e volatile, che incide sulle relazioni internazionali. L’appello di Berni alle istituzioni e alla politica è un invito a contrastare questa deriva, auspicando un intervento diplomatico, forse sfruttando la presunta flessibilità del tycoon. Si spera che la leadership italiana, guidata da Giorgia Meloni, possa contribuire a mitigare questa situazione. Se le misure attuali dovessero perdurare, gli Stati Uniti rischierebbero di diventare un mercato sempre più problematico e difficile per le aziende europee. La vicenda solleva interrogativi profondi sulla sostenibilità di un commercio internazionale basato su dinamiche di forza e su una logica protezionistica.

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