Librandi: un percorso di resilienza enologica tra storia, scienza e futuroL’enologia calabrese si confronta con le sfide del XXI secolo, un’epoca segnata da mutamenti climatici sempre più intensi e da una crescente consapevolezza della necessità di un’agricoltura sostenibile. In questo contesto, l’azienda Librandi, punto di riferimento per il rinnovo enologico regionale, si fa promotrice di un approccio innovativo che guarda al passato per affrontare il futuro.Il 29 marzo, presso la Tenuta Rosaneti a Rocca di Neto, Librandi aprirà le porte al pubblico per un convegno dedicato alle sperimentazioni in corso e ai risultati ottenuti nell’ambito di un percorso di ricerca multidisciplinare che dura da circa trent’anni. L’appuntamento, inserito nella Rete Musei d’Impresa della Calabria SudHeritage, offrirà un’immersione nella storia e nelle pratiche dell’azienda, a partire dal Museo Vites Viticoltura, territorio e storia.Il convegno, moderato dal giornalista Gianfranco Manfredi, vedrà la partecipazione di figure di spicco del panorama enologico e istituzionale: Paolo Librandi, co-titolare dell’azienda, Natale Carvello, presidente del GAL Kroton, Florindo Rubbettino, editore e presidente della rete museale Sudheritage, Marta Donna (Sata Studio Agronomico di Brescia), Davide De Santis (responsabile dello staff agronomico Librandi), Sergio Ferrari (presidente della Provincia di Crotone) e Gianluca Gallo (Assessore all’Agricoltura della Regione Calabria).Il fulcro della discussione sarà la gestione dei cambiamenti climatici nel Sud Italia, in particolare nell’area del Cirotano, una regione caratterizzata da scarsità idrica e temperature elevate. L’azienda Librandi ha intrapreso un percorso di ricerca che include la reintroduzione di tecniche tradizionali di coltivazione, come le potature ancestrali, la fertilizzazione naturale con sovesci (favino, senape bianca, ravizzone, trifoglio incarnato), l’innesto delle viti in campo e la corretta gestione delle risorse idriche.Queste pratiche, affiancate da un attento monitoraggio della salute del suolo attraverso misurazioni e carotaggi, mirano a ripristinare l’equilibrio degli ecosistemi agricoli, aumentando la resilienza delle viti agli stress ambientali. L’approccio di Librandi non si limita a un ritorno nostalgico al passato, ma rappresenta una riscoperta consapevole del valore delle conoscenze tradizionali, integrate con le più avanzate tecniche scientifiche.Un elemento distintivo dell’azienda è il Giardino Varietale, un vigneto a spirale che ospita oltre 2800 viti ‘nuove-antiche’, una collezione unica di vitigni autoctoni. Ricerche approfondite, che includono analisi del DNA condotte dall’Istituto di San Michele all’Adige, hanno rivelato che ben 77 varietà presenti nel Giardino Varietale sono uniche e non riconducibili a varietà già catalogate. Questi vitigni antichi, apparentemente marginali, si sono dimostrati straordinariamente capaci di resistere e adattarsi alle condizioni climatiche avverse.La ricerca di Librandi ha inoltre confermato che la Calabria possiede un patrimonio viticolo di inestimabile valore, una vera e propria piattaforma vinicola di rilevanza mondiale, testimone di un ruolo cruciale nella diffusione della viticoltura in Europa. Il Giardino Varietale, in questo senso, incarna un ponte tra la tradizione millenaria e le sfide del futuro, un laboratorio a cielo aperto per l’innovazione enologica sostenibile e la salvaguardia del territorio. L’impegno di Librandi è volto a preservare questo patrimonio e a promuovere un’enologia che sappia coniugare il rispetto per la storia con l’attenzione all’ambiente e alla qualità dei prodotti.