Dazi USA: rischio 350 milioni per l’agroalimentare lombardo.

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L’annuncio di un potenziale aumento dei dazi statunitensi al 30% sui prodotti europei proietta un’ombra pesante sull’agroalimentare lombardo, con una stima di Coldiretti Lombardia che quantifica l’impatto economico in oltre 350 milioni di euro. Questa cifra, se confermata, rifletterebbe non solo un duro colpo per le aziende agricole regionali, ma anche una ripercussione significativa per l’intero comparto agroalimentare italiano, dato che gli Stati Uniti rappresentano il principale mercato extra-UE per i prodotti italiani.L’imposizione di tali dazi, come sottolineato dal presidente di Coldiretti Lombardia, Gianfranco Comincioli, si tradurrebbe in una penalizzazione ingiusta per un settore che si distingue per la qualità, l’innovazione e la valorizzazione del territorio. Non si tratta solo di un danno economico immediato, ma anche di un’erosione del valore del “Made in Italy”, un marchio riconosciuto a livello globale per la sua eccellenza e un elemento chiave dell’identità nazionale.La decisione americana si colloca in un contesto di crescenti tensioni commerciali internazionali, evidenziando le fragilità dell’equilibrio geopolitico ed economico tra Europa e Stati Uniti. La richiesta di una maggiore responsabilità strategica da parte dell’Europa, spesso avanzata dagli Stati Uniti, appare contraddittoria se accompagnata da misure protezionistiche che ostacolano il libero scambio e penalizzano le imprese europee.La Presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, si trova ora di fronte a una sfida cruciale: mediare tra le parti, scongiurando un’escalation delle tensioni commerciali e tutelando gli interessi dell’Europa. Un approccio pragmatico e orientato alla ricerca di soluzioni condivise è essenziale per ripristinare la fiducia reciproca e garantire la stabilità del sistema commerciale internazionale.L’episodio mette in luce la necessità di una maggiore diversificazione dei mercati di esportazione per il settore agroalimentare italiano, riducendo la dipendenza da un singolo partner commerciale e mitigando i rischi derivanti da potenziali barriere tariffarie. Investire in ricerca e sviluppo, promuovere l’innovazione di prodotto e rafforzare la cooperazione tra aziende agricole e distributori sono strategie fondamentali per aumentare la resilienza del settore e affrontare le sfide del mercato globale. La situazione attuale sollecita inoltre una riflessione più ampia sul ruolo dell’agroalimentare italiano nell’economia nazionale, valorizzandone il potenziale di crescita e creando nuove opportunità di lavoro, soprattutto nelle aree rurali.

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