Il panorama vitivinicolo italiano accoglie una pietra miliare cruciale: l’ufficiale riconoscimento, tramite decreto pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 28 ottobre 2025, del Consorzio Nazionale della Grappa I.
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– un’entità pionieristica che si erge a primo baluardo di tutela nel delicato e complesso settore delle bevande spiritose italiane.
Questa istituzione rappresenta una svolta strategica, non solo per il prodotto grappa, ma per l’intero sistema delle Indicazioni Geografiche (I.
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) che ne costituiscono il fondamento.
La denominazione I.
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, abbreviazione di Indicazione Geografica Protetta (IGP), offre una garanzia essenziale per i consumatori, legando in maniera inscindibile la produzione di un prodotto alle sue origini territoriali, alle tecniche tradizionali e all’identità culturale che lo contraddistinguono.
Il Consorzio Nazionale della Grappa I.
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si assume ora la responsabilità di vigilare sull’applicazione rigorosa di tali criteri, prevenendo usi impropri e fenomeni di contraffazione che ne minerebbero l’autenticità e il valore intrinseco.
Il ruolo del Consorzio si estende ben oltre la semplice tutela: esso è chiamato a catalizzare iniziative di valorizzazione che promuovano la conoscenza e l’apprezzamento della grappa italiana a livello globale.
Questa missione si declina in attività di formazione, comunicazione, e partecipazione a eventi internazionali, con l’obiettivo di consolidare l’immagine della grappa come espressione distintiva del *Made in Italy* e di stimolare la domanda sui mercati esteri.
Il Ministro dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida, ha sottolineato l’importanza di questo passo avanti, evidenziando come esso segna un punto di rottura nel panorama delle bevande spiritose italiane e testimoniamo l’impegno del governo verso la salvaguardia delle eccellenze agroalimentari nazionali.
Il riconoscimento di un Consorzio, infatti, non è un atto isolato, ma si inquadra in una strategia più ampia volta a rafforzare il sistema delle Indicazioni Geografiche, un patrimonio immateriale che contribuisce in maniera significativa all’identità e all’economia del Paese.
La tutela di queste denominazioni, infatti, non si riduce a una mera questione burocratica, ma rappresenta una difesa dei saperi artigianali, delle tradizioni agricole e del legame profondo tra territorio e prodotto.
L’azione del governo, in stretta collaborazione con gli operatori del settore e le loro rappresentanze, mira a garantire un futuro sostenibile per il *Made in Italy*, preservandone l’unicità e la qualità distintiva, elementi imprescindibili per la sua competitività sui mercati internazionali.



