L’attuale quadro normativo che disciplina l’agricoltura alpina italiana, e più in generale europea, si caratterizza da una cronica necessità di revisioni e deroghe, un fenomeno che inevitabilmente genera ritardi, inefficienze e costi aggiuntivi.
La prassi, spesso dettata da compromessi tardivi, minaccia la sostenibilità stessa delle pratiche agricole in montagna.
Per scongiurare questa problematica strutturale e garantire una politica agricola comunitaria più rispondente alle peculiarità del territorio alpino, ritengo imprescindibile un approccio proattivo e strategico nella definizione della prossima Programma di Sostegno Agricolo Comune (PAC) 2028-34.
Non si tratta semplicemente di richiedere correttivi una volta che il quadro normativo è stato definito, bensì di partecipare attivamente alla sua genesi, proponendo un insieme di principi guida, un vero e proprio “Manifesto delle Esigenze Agricole Alpine”, da sottoporre agli organi decisionali europei.
Un’iniziativa di tale portata dovrebbe non limitarsi all’Italia, ma estendersi a tutti gli Stati alpini, creando una piattaforma di rappresentanza più solida e influente, capace di incidere in modo significativo sulle future politiche agricole comunitarie.
L’attuale tendenza alla centralizzazione delle decisioni, percepita come una minaccia per le aree montane, rischia di compromettere la vitalità del settore agricolo alpino, soprattutto per quanto riguarda l’allocazione delle risorse finanziarie.
Un’agricoltura di montagna produttiva e sostenibile, infatti, necessita di misure specifiche che tengano conto delle sue caratteristiche uniche: la frammentazione del territorio, l’orografia complessa, la vocazione alla multifunzionalità e il ruolo cruciale per il mantenimento del paesaggio e della biodiversità.
La PAC del futuro deve riconoscere esplicitamente il valore intrinseco dell’agricoltura alpina come elemento chiave per lo sviluppo rurale, la tutela dell’ambiente e la salvaguardia delle tradizioni culturali.
Ciò implica non solo un adeguato finanziamento, ma anche la flessibilità necessaria per adattare le misure alle diverse realtà locali, incentivando pratiche agricole innovative e sostenibili, promuovendo la valorizzazione dei prodotti tipici e favorendo l’integrazione con il turismo.
Inoltre, è fondamentale superare la dicotomia tra agricoltura intensiva e agricoltura estensiva, riconoscendo il ruolo complementare delle due modalità produttive e incentivando la diversificazione delle attività agricole.
La PAC del futuro deve sostenere non solo gli agricoltori, ma anche le loro famiglie, promuovendo l’insediamento giovanile e creando opportunità di lavoro nel settore agricolo e agroalimentare.
In definitiva, si tratta di costruire un futuro per l’agricoltura alpina che sia prospero, sostenibile e radicato nel territorio.



