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venerdì 5 Dicembre 2025

BereBene: la Guida del Gambero Rosso si fa digitale e democratica

La trentaseiesima edizione di BereBene del Gambero Rosso si rivela un’evoluzione significativa, un cambio di paradigma che segna una svolta digitale per la celebre guida dedicata ai vini italiani.
Più che una semplice raccolta di recensioni, si configura ora come un ecosistema interattivo, un database dinamico che raccoglie un migliaio di etichette attentamente selezionate, tutte accomunate da un prezzo accessibile, al di sotto dei venti euro.
L’ambizione della guida trascende la mera indicazione di vini di qualità a prezzi contenuti.

Il suo cuore pulsante è il racconto di un’Italia vitivinicola autentica, un mosaico di realtà spesso inesplorate, dove l’artigianato, l’etica cooperativa e l’entusiasmo dei giovani produttori si fondono con un profondo rispetto per il territorio e un impegno concreto verso la sostenibilità.

L’obiettivo è restituire al vino il suo ruolo di vettore culturale, di specchio fedele di un paesaggio e di una storia, liberandolo da un’aura di esclusività e restituendolo al piacere quotidiano.

La selezione, meticolosa, ha portato alla luce 437 vini bianchi, 425 rossi, 65 rosati, 53 spumanti e frizzanti e 20 vini dolci.

Un numero significativo, 88, si colloca nella fascia inferiore ai dieci euro, testimonianza di una volontà di rendere il buon vino democratico e accessibile a tutti.

A livello regionale, Piemonte e Toscana mantengono la loro leadership, con 117 etichette premiate, seguite da Veneto (105) e Marche (70).
Tra le denominazioni più brillanti emergono Verdicchio dei Castelli di Jesi Cl.

Sup.

e Collio, Roero Arneis e Valdobbiadene Prosecco Superiore, tutte espressioni di un’eccellenza vitivinicola variegata e distintiva.

Il panorama attuale rivela una progressiva rarefazione delle etichette al di sotto dei cinque euro, con una singola eccezione degna di nota: l’Al Scagarün ’24 di Lebovitz, un piccolo baluardo di una tradizione che resiste, dimostrando che un vino sincero, espressione di un territorio e di una passione, può ancora trovare spazio a un prezzo contenuto, nonostante l’incalzante aumento generale dei costi.
L’analisi delle annate rivela una prevalenza di vini del 2024 (539), seguita da quelle del 2023 (258) e del 2022 (116), con una retroguardia che risale al 2018, rappresentata dal Moscadello di Montalcino Vendemmia Tardiva Aurico di Villa Poggio Salvi, a testimonianza della capacità di valorizzare anche le produzioni più datate.
William Pregentelli, curatore della guida, sottolinea l’importanza di questa iniziativa come tentativo di ricostruire un legame che sembra essersi incrinato, di riavvicinare il pubblico al mondo del vino, demistificandone l’immagine e riscoprendone il valore intrinseco, non solo come bevanda, ma come patrimonio culturale e motore di identità territoriale.
La digitalizzazione rappresenta dunque un ponte verso un pubblico più ampio, un invito a esplorare, scoprire e apprezzare la ricchezza e la diversità del panorama vitivinicolo italiano.

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