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venerdì 5 Dicembre 2025

Vino al centro della polemica: salute, tradizione e un’etichetta a rischio

Il Dibattito sulla Bevanda: Tra Allarme Sanitario, Tradizione e SostenibilitàUn acceso confronto infiamma il panorama abruzzese e nazionale, polarizzando le posizioni tra esperti di alcologia e rappresentanti del settore vitivinicolo.
Al centro del dibattito, la natura stessa del vino e delle bevande alcoliche, ridefinita da una prospettiva che ne sottolinea i potenziali rischi per la salute pubblica.

Il volume “Vino – Diverse etichette, le avvertenze negate”, firmato dallo psichiatra Adelmo Di Salvatore, dall’esperto di alcologia Enrico Baraldi e da Alessandro Sbarbada, fondatori dell’Arcat Abruzzo, propone una revisione radicale del rapporto con l’alcol, suggerendo l’adozione di etichette informative dettagliate, simili a quelle imposte sui pacchetti di sigarette, per comunicare in modo chiaro i rischi associati al consumo.
La proposta, che ha incontrato un muro di resistenza nel 2023 da parte della commissione Agricoltura della Camera, si scontra con una visione radicata, che considera il vino parte integrante del patrimonio culturale, economico e sociale del territorio.
Secondo Di Salvatore e i suoi collaboratori, l’alcol etilico, componente intrinseca di vino, birra e superalcolici, agisce come una sostanza tossica a livello cellulare, correlata a un ampio spettro di patologie e gravami socio-sanitari che superano di gran lunga i benefici economici generati dalla sua produzione e distribuzione.
L’idea che una moderata assunzione di vino di qualità possa essere innocua o addirittura benefica, viene aspramente contestata, definita priva di solida base scientifica.
La risposta dal mondo vitivinicolo è immediata e veemente.

Angelo Radica, presidente dell’Associazione nazionale Città del Vino, respinge con forza l’equazione tra vino e sostanza nociva, sottolineando che il danno e il pericolo derivano esclusivamente dall’abuso.
Freddo e altrettanto deciso è l’intervento di Coldiretti Abruzzo, che denuncia un tentativo di delegittimazione del vino, pilastro dell’economia regionale e frutto del lavoro di innumerevoli famiglie di viticoltori.

La confusione tra vino e droga, secondo Coldiretti, costituisce un’offesa al settore e a chi contribuisce alla sua crescita, mettendo a rischio un’eredità millenaria.

Il vicepresidente della Regione Abruzzo, Emanuele Imprudente, esprime un giudizio in linea con le posizioni delle associazioni di categoria, definendo il vino un elemento vitale della storia, dell’economia rurale e dell’identità abruzzese, un pilastro della dieta mediterranea e un simbolo di convivialità e tradizione.
L’assessore sottolinea come l’alcol, se consumato con moderazione e consapevolezza, possa rappresentare un piacere condiviso e un elemento di aggregazione sociale.

L’intero dibattito solleva questioni cruciali riguardanti la responsabilità della comunicazione sui rischi per la salute, il ruolo della cultura alimentare e l’importanza di preservare le tradizioni agricole e rurali.
È necessario, forse, un approccio più sfumato che riconosca i potenziali pericoli dell’alcol senza demonizzare un prodotto profondamente radicato nel tessuto sociale ed economico del nostro Paese, promuovendo al contempo un consumo responsabile e informato.
La sfida è trovare un equilibrio tra la tutela della salute pubblica e la salvaguardia di un patrimonio culturale immateriale di inestimabile valore.

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