Castelli di Jesi Docg: Un’Evoluzione del Brand e un’Affermazione TerritorialeLa Denominazione di Origine Controllata e Garantita (Docg) Castelli di Jesi Verdicchio si appresta a un’ambiziosa trasformazione, con l’obiettivo di consolidare la sua posizione di eccellenza nel panorama vitivinicolo italiano e di ampliare la sua rilevanza economica e turistica per il territorio marchigiano.
Il percorso, formalmente avviato con un nuovo disciplinare atteso per il 2026, mira a elevare il profilo della Docg, enfatizzando il legame intrinseco tra il vino e la sua origine geografica, un vero e proprio marchio di qualità e identità.
L’evoluzione non si limita a una mera revisione delle normative, ma rappresenta una visione strategica che mira a promuovere un’immagine più chiara e distintiva del Verdicchio dei Castelli di Jesi.
L’Istituto di Tutela Vini (Imt), sotto la guida del presidente Michele Bernetti e del direttore Alberto Mazzoni, sta orchestrando un’iniziativa informativa capillare, un vero e proprio tour dedicato a media, professionisti del settore e opinion leader, partito da Portonovo e proseguito con eventi a Senigallia, Roma e Bologna (Slow Wine Fair), per disseminare i principi cardine di questa nuova era.
Attualmente, la produzione di Verdicchio Riserva Docg, potenzialmente estendibile a oltre 2.000 ettari, si concentra su una nicchia di poco più di 200.000 bottiglie.
L’Imt prevede che il nuovo disciplinare, incentivando la produzione e semplificando alcuni processi, possa portare ad un incremento del potenziale produttivo fino a quattro o cinque volte, senza compromettere la qualità intrinseca.
Un dato significativo è l’alta percentuale di imbottigliamento (quasi il 90%), superiore alla media nazionale e indicativo della volontà dei produttori di valorizzare il prodotto finito.
La crescita dell’imbottigliamento è marcata: 19% rispetto al 2024 e un solido 40% su un periodo quinquennale.
Il percorso intrapreso, come evidenziato dal presidente Bernetti, ricalca le strategie di successo già implementate in altre denominazioni tutelate del territorio marchigiano, come Matelica, Colli Maceratesi e Conero, con l’obiettivo di delineare una rappresentazione sempre più fedele e precisa del territorio di appartenenza.
I Castelli di Jesi si confermano un ambiente ideale per la produzione di vini bianchi di pregio, grazie all’impegno costante e all’innovazione dei produttori, che hanno saputo elevare la reputazione della denominazione.
Un elemento chiave del nuovo disciplinare sarà la possibilità, a regime facoltativo, di omettere il riferimento al vitigno in etichetta, aprendo nuove prospettive di posizionamento e rafforzando l’identità territoriale.
Parallelamente, si intende sensibilizzare i professionisti del settore, invitando ristoranti ed enoteche a creare sezioni dedicate alla Docg nelle loro carte dei vini, per una chiara distinzione rispetto alle altre Doc.
Silvano Brescianini, presidente del Comitato della Docg, sottolinea l’importanza di affermare con forza l’identità “Castelli di Jesi Docg”, non solo come vertice qualitativo della piramide vitivinicola, ma anche come territorio capace di distinguersi e di rappresentare l’eccellenza del vino bianco italiano.
Si tratta di un appello a valorizzare il prodotto locale, a partire dal territorio marchigiano, per costruire un futuro prospero e riconosciuto a livello internazionale.



