Il settore dell’uva da tavola italiana sta vivendo una trasformazione significativa, segnando un capitolo di crescita e innovazione per le regioni produttrici, in particolare Puglia e Sicilia. La crescente popolarità di varietà con e senza semi sta ridisegnando il panorama competitivo, aprendo nuove opportunità per i produttori e conquistando segmenti di consumatori precedentemente inesplorati, con una particolare attenzione alle famiglie e ai giovani alla ricerca di opzioni salutari e pratiche.Il report Ismea, presentato al termine della terza edizione di “Regina di Puglia”, dipinge un quadro estremamente positivo per il futuro del settore. L’evento, sostenuto dal Comune di Noicàttaro e dalla rete di Comuni “Le Terre dell’Uva”, ha visto la partecipazione di acquirenti provenienti da tutta Europa, Svizzera, Regno Unito e Paesi Arabi, testimoniando l’apprezzamento internazionale per l’uva italiana.L’ambizione è quella di evolvere il modello attuale verso una forma di Consorzio più inclusiva e dinamica, che coinvolga attivamente il settore pubblico, il privato e il Terzo settore. Questa nuova struttura, promossa dal sindaco di Noicàttaro, Raimondo Innamorato, mira a promuovere un vero e proprio “uvaturismo” nelle aree vocate del barese, estendendo l’offerta e valorizzando il territorio.Il 2024 si prospetta come un anno cruciale, con una produzione stimata di un milione di tonnellate (+12% rispetto all’anno precedente), quasi interamente di origine italiana. Questo incremento, alimentato dal lancio di nuove varietà senza semi, consolida la leadership italiana nel mercato internazionale, con un export di 382.000 tonnellate che ha visto un aumento dell’1% in quantità e un impressionante incremento del 13% in valore, per un totale di 912 milioni di euro.L’uva da tavola italiana sta superando anche le tradizionali mele, grazie alla sua crescente popolarità tra le famiglie, con ben 17,6 milioni di acquirenti (+10,4% rispetto al 2023). Mario Schiano Lo Moriello di Ismea sottolinea come la crescente preferenza per il prodotto confezionato, a discapito della vendita sfusa, sia un trend consolidato che può essere ulteriormente potenziato.Per massimizzare il successo, si suggeriscono diverse strategie: aumentare la quantità di uva per confezione (mirando idealmente a 750 grammi), adottare packaging più accattivanti e informativi, con un linguaggio e una grafica adatti anche ai bambini, e implementare soluzioni di imballaggio più sostenibili. In definitiva, si tratta di consolidare la posizione dell’uva da tavola come una merenda sana e apprezzata, valorizzando il suo ruolo nella dieta equilibrata delle famiglie italiane e internazionali. La chiave del successo risiede nella capacità di innovare, comunicare efficacemente i benefici del prodotto e preservare la qualità e la sostenibilità della produzione.