Dazi cinesi sulla grappa: un campanello d’allarme per l’eccellenza italiana.

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La recente imposizione da parte della Repubblica Popolare Cinese di dazi antidumping sulle importazioni di acquaviti di vino e vinaccia, comprendendo anche la grappa, rappresenta un campanello d’allarme ben più ampio della mera questione economica immediata. L’azione, sottolinea Elvio Bonollo, vicepresidente del Consorzio Nazionale Grappa e figura di spicco dell’azienda Bonollo 1908, rivela una dinamica di relazioni commerciali e politiche che merita un’analisi approfondita.Bonollo, portavoce di una realtà imprenditoriale radicata nel territorio padovano, con stabilimenti a Conselve e Mestrino e un fatturato nel 2022 di 73 milioni di euro, mette in luce la gravità del gesto cinese non tanto per i volumi attualmente esportati – pur se in crescita – quanto per il messaggio che esso invia. La grappa, più che un semplice distillato, incarna un patrimonio immateriale italiano, un concentrato di saper fare, di storia, di innovazione e di legame con il territorio. La sua unicità aromatica, il risultato di secoli di tradizione e di un costante impegno per la qualità, la rendono un’ambasciatrice dell’eccellenza italiana nel mondo.L’azienda Bonollo, guidata dalla quarta generazione della famiglia, ha investito significativamente nell’internazionalizzazione, promuovendo la grappa in mercati lontani, ma l’attuale clima di incertezza, esacerbato anche dalle fluttuazioni delle trattative commerciali tra l’Unione Europea e gli Stati Uniti, rischia di vanificare questi sforzi. Le barriere protezionistiche erette dalla Cina, unitamente all’imprevedibilità delle negoziazioni internazionali, generano un contesto di instabilità che mina la capacità del settore di pianificare e di crescere.La decisione cinese, lungi dall’essere una misura isolata, si inserisce in un quadro più ampio di tensioni geopolitiche e di riposizionamenti strategici. Bonollo invita pertanto le istituzioni italiane ed europee a collaborare attivamente, per avviare un dialogo costruttivo con le autorità cinesi, mirato a risolvere questa situazione e a tutelare non solo gli interessi economici delle aziende esportatrici, ma anche il valore intrinseco della grappa, un simbolo della cultura e dell’identità italiana.È imperativo, conclude Bonollo, che l’Unione Europea si faccia portavoce di un approccio che promuova la trasparenza, l’equità e la collaborazione, riconoscendo il ruolo fondamentale che la grappa riveste nell’economia e nell’immagine dell’Italia nel mondo. La difesa di questa eccellenza italiana non è un mero atto di protezione commerciale, ma un investimento nel futuro della cultura e dell’identità nazionale.

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