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venerdì 5 Dicembre 2025

Dimore storiche: l’agricoltura rivitalizza il patrimonio italiano.

Le dimore storiche italiane, custodi silenziose di secoli di storia e arte, stanno ridefinendo il proprio ruolo, abbracciando con rinnovato vigore un legame ancestrale con l’agricoltura.

L’iniziativa “Coltiviamo la Cultura 2025”, promossa dall’Associazione Dimore Storiche Italiane in concomitanza con la Giornata Nazionale dell’Agricoltura, ne è una testimonianza eloquente, celebrata nel suggestivo Giardino di Pojega di Villa Rizzardi, nel cuore della Valpolicella.

I dati recenti, provenienti dall’Osservatorio sul Patrimonio Culturale Privato, rivelano una dipendenza economica significativa: per quasi la metà (39%) delle dimore che conducono attività agricola, quest’ultima rappresenta la fonte primaria di reddito, superando il 75% del totale.
Un ulteriore 21% vede l’agricoltura contribuire per una quota compresa tra il 50% e il 35%, evidenziando la sua importanza cruciale per la sostenibilità economica di queste proprietà.
All’interno di questo panorama agricolo, la vitivinicoltura si distingue come attività prevalente (25%), alimentando una produzione di vino autoctono che, considerando anche i singoli viticoltori, raggiunge il 36% del totale.

Cereali e olivicoltura seguono a ruota, con una quota del 21% ciascuno, riflettendo la diversificazione delle colture che animano queste terre.
L’integrazione tra vitivinicoltura ed enoturismo si configura come un volano di crescita determinante.
Il 100% delle aziende vitivinicole presenti nelle dimore storiche offre percorsi di degustazione, un’esperienza che ha attratto un numero crescente di visitatori: l’85% di queste proprietà ha registrato un aumento delle visite nell’ultimo anno, con un terzo di esse che ha visto una crescita superiore al 30%.

Inoltre, il dato rilevante del 34% delle aziende vitivinicole italiane che affonda le proprie radici in una dimora storica, sottolinea il ruolo chiave di queste strutture come centri di eccellenza e custodi di saperi tradizionali.

“Le dimore storiche italiane sono testimonianze vive del nostro passato e al contempo palcoscenici autentici dell’agricoltura, del gusto e della tradizione,” ha sottolineato il Ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida.
La loro vocazione, oltre a preservare un patrimonio architettonico inestimabile, si estende alla salvaguardia di pratiche agricole sostenibili e alla valorizzazione dei prodotti tipici, contribuendo a rafforzare l’identità territoriale.

Maria Pace Odescalchi, Presidente dell’ADSI, ha aggiunto: “Le dimore storiche sono un ponte tra passato e futuro, presìdi identitari che tengono unite comunità e territori e contribuiscono in modo significativo all’occupazione e alla vitalità delle aree rurali.

” In particolare, nei piccoli comuni che le ospitano, queste strutture svolgono un ruolo fondamentale come presidi attivi del paesaggio agricolo, alimentando la crescita economica e sociale delle comunità locali.

La loro presenza rivitalizza il tessuto sociale ed economico, creando opportunità di lavoro e preservando le tradizioni artigianali e agricole.

La combinazione di turismo culturale, enogastronomico e rurale genera un circolo virtuoso che beneficia l’intera comunità, rafforzando il legame tra le persone e il territorio.

Questa sinergia, inoltre, promuove un modello di sviluppo più equilibrato e sostenibile, che valorizza le risorse locali e contribuisce alla salvaguardia del paesaggio.

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