Il pane di Matera, ben più di un alimento, si configura come un potente veicolo di scambio culturale e un catalizzatore di dialogo, assumendo un ruolo centrale in preparazione al 2026, anno in cui la città dei Sassi sarà Capitale Mediterranea della Cultura e del Dialogo.
Questa percezione è condivisa da Leo Montemurro (CNA Matera) e Antonio Nobile (Unitep Matera), i quali ne celebrano la valenza non solo gastronomica, ma anche sociale e antropologica, come espressione di un’identità plurale e inclusiva.
La Giornata Mondiale del Pane 2025, strategicamente allineata con la Giornata Mondiale dell’Alimentazione promossa dalla FAO, offre una preziosa opportunità per riflettere sull’importanza del pane come elemento fondante della dieta e della cultura mediterranea.
Questa area geografica, culla di civiltà millenarie, ha visto la sua produzione evolvere nel tempo, intrecciando tecniche, ingredienti e tradizioni provenienti da popoli diversi, generando un patrimonio immateriale di inestimabile valore.
Il pane, in questo contesto, incarna l’interconnessione e la dipendenza reciproca tra le comunità che la abitano, testimoniando la necessità di un approccio collaborativo e sostenibile.
La ricorrenza attuale si pone, inoltre, come un riconoscimento del crescente apprezzamento, a livello nazionale e internazionale, del Pane di Matera, un prodotto che ha saputo valorizzare le proprie caratteristiche uniche, grazie all’impegno e alla passione dei maestri panificatori artigiani.
Questi ultimi, custodi di un sapere antico eppure costantemente aggiornato, hanno saputo coniugare rispetto per la tradizione e innovazione, promuovendo un modello di produzione che preserva l’autenticità del prodotto e ne esalta le qualità nutrizionali e organolettiche.
In prospettiva futura, il Pane di Matera può divenire un ponte tra le culture, un invito alla scoperta dei sapori e delle storie che lo hanno plasmato, un elemento di aggregazione e di promozione del territorio, in linea con gli obiettivi della Capitale Mediterranea della Cultura e del Dialogo.
La sua elevazione a simbolo di unione e comprensione reciproca, lungi dall’essere un mero claim promozionale, rappresenta un’ambizione concreta e realizzabile, capace di contribuire a costruire un futuro più equo e solidale per l’intera regione del Mediterraneo.
Il pane non è solo nutrimento, ma memoria, identità e, soprattutto, possibilità di dialogo.



