L’Italia, custode di un’eredità agroalimentare inestimabile, consolida il suo ruolo di leader indiscusso nel panorama risicolo europeo.
Nel 2024, oltre il 56% delle superfici coltivate a riso nel continente si estende sulle terre italiane, generandone una produzione di 1,4 milioni di tonnellate, un dato che incarna la resilienza e l’evoluzione di un settore economico che supera i 500 milioni di euro e che, negli ultimi dieci anni, ha registrato un incremento significativo del 30%.
Questa crescita testimonia non solo la vocazione del territorio, ma anche l’ingegno e l’adattabilità degli operatori che, attraverso innovazione tecnologica e pratiche agronomiche avanzate, hanno saputo valorizzare al meglio il potenziale del riso.
Il Piemonte, regione intrisa di storia e tradizione, emerge con forza come cuore pulsante della risicoltura italiana.
Con 114.000 ettari dedicati alla coltivazione del riso, che rappresentano il 52% della superficie nazionale e la stessa percentuale dei volumi prodotti, il Piemonte incarna l’eccellenza e la perizia che contraddistinguono il settore.
Ma la risicoltura italiana non si limita al Piemonte; altre regioni come la Lombardia, il Veneto, l’Emilia-Romagna e la Sardegna contribuiscono in maniera significativa alla produzione, ognuna con le proprie peculiarità varietali e tecniche colturali.
L’importanza del riso italiano non si misura unicamente in termini economici.
Il riso è un alimento fondamentale nella dieta mediterranea, un simbolo di convivialità e un veicolo di cultura e tradizioni.
La varietà delle tipologie di riso coltivate in Italia – dal Carnaroli, rinomato per la sua capacità di assorbimento dei sapori, all’Arborio, perfetto per i risotti cremosi, fino al Vialone Nano, ideale per i risotti e i secchi – offre una gamma di possibilità culinarie pressoché illimitata.
La sostenibilità si configura sempre più come un imperativo per il futuro della risicoltura italiana.
L’adozione di pratiche agricole a basso impatto ambientale, la riduzione del consumo di acqua, l’ottimizzazione dell’uso dei fertilizzanti e la promozione della biodiversità sono sfide cruciali per garantire la resilienza del settore e preservare la fertilità del suolo per le generazioni future.
L’attenzione alla tracciabilità dei prodotti, dalla semina al consumo, e la valorizzazione dei prodotti a denominazione di origine protetta (DOP) e indicazione geografica protetta (IGP) contribuiscono a rafforzare l’immagine di qualità e autenticità del riso italiano, consolidandone la posizione nel mercato globale.
La ricerca e l’innovazione, inoltre, giocano un ruolo fondamentale nello sviluppo di nuove varietà di riso più resistenti alle malattie, più efficienti nell’uso delle risorse e in grado di adattarsi ai cambiamenti climatici, garantendo così la continuità e la prosperità di questo settore strategico per l’economia italiana.



