Nel cuore pulsante dell’Abruzzo, a Calascio, si radica un’iniziativa di portata strategica: la Scuola di Perfezionamento per la Pastorizia Estensiva. Più che una semplice formazione professionale, si tratta di un investimento nel futuro delle aree interne e delle terre alte, un atto di resilienza volto a contrastare lo spopolamento e a preservare un patrimonio inestimabile: la biodiversità agro-pastorale e le tradizioni ancestrali che la accompagnano.L’iniziativa, promossa da Slow Food Italia in collaborazione con D.R.E.Am. Italia, si presenta come una risposta concreta alla criticità demografica che affligge le zone montane italiane. L’invecchiamento della popolazione pastorale, aggravato dalla dipendenza da forza lavoro immigrata (che rappresenta circa due terzi del settore), richiede un cambio di paradigma: fare del pastore una professione attrattiva e sostenibile per le nuove generazioni.La scuola si articola in otto masterclass intensive, progettate per pastori esperti, aspiranti tali, studenti di discipline agro-ambientali e professionisti del settore. Il percorso formativo non si limita all’acquisizione di competenze tecniche avanzate – gestione del gregge, tecniche di pascolo sostenibile, cura della salute animale – ma si estende alla dimensione imprenditoriale e gestionale, preparando figure professionali in grado di innovare e valorizzare le produzioni locali.L’accesso alla scuola, aperta a maggiorenni con particolare attenzione ai giovani under 40, è gratuita per un numero limitato di residenti abruzzesi, che potranno beneficiare di un alloggio non residenziale e di pasti a prezzi agevolati. Per i partecipanti provenienti da fuori regione, è prevista una quota di 400 euro per ciascuna masterclass, comprensiva di vitto, alloggio in camere doppie e rilascio di attestato.L’iniziativa nasce da un’urgenza: quella di rigenerare culturalmente, socialmente ed economicamente il territorio di Rocca Calascio, come previsto dal progetto pilota “Rocca Calascio – Luce d’Abruzzo”, finanziato dalla Regione Abruzzo nell’ambito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), gestito dal Ministero della Cultura e supportato dall’Unione Europea – NextGenerationEU.Federico Varazi, vicepresidente di Slow Food Italia, sottolinea come la scuola rappresenti un’occasione per affrontare sfide cruciali: il futuro del lavoro nelle aree interne, lo sviluppo locale sostenibile, la tutela dell’ambiente, il turismo responsabile, l’adattamento al cambiamento climatico e la promozione della giustizia sociale.Questa non è solo una formazione professionale, ma un vero e proprio progetto di sistema, finalizzato a riscoprire il valore intrinseco delle comunità montane, custodi di un patrimonio gastronomico, culturale ed economico di inestimabile importanza, e a rafforzare l’identità del Made in Italy più autentico, simbolo di qualità, tradizione e territorio. La scuola si propone come un catalizzatore di nuove opportunità, un investimento nel capitale umano e nella resilienza delle aree marginali, un faro di speranza per un futuro più equo e sostenibile.